Il mondo è sottosopra: a testa in giù si libera l’anima e si sfugge al male, anche di vivere

Assenza di gravità, violinisti e coppie volanti; uomini, cose e animali sospesi o appesi, fluttuanti; rabbini, angeli, animali della stalla e madri con la testa all’ingiù; acrobati e animali antropomorfi che attraversano il cielo; un mondo capovolto, ovunque esplosione di colori, azzeramento della logica, dei criteri spazio-temporali consueti. La cifra stilistica è esattamente la sua, ma è dilatata nell’estensione di una vita, e si realizza in disegni, dipinti, incisioni, illustrazioni per libri, bozzetti per opere teatrali. Il mondo sottosopra di Marc Chagall in mostra al museo dell’Ara Pacis, è un omaggio al pittore ebreo-russo a venticinque anni dalla sua morte.

Le 140 opere esposte arrivano sia da collezioni private che dal Centro Pompidou di Parigi e dal Museo Marc Chagall di Nizza e sono divise in cinque sezioni: gli autoritratti (come Il pittore con la testa rovesciata); il paesaggio, che contiene quadri come Uomo giallo sopra a Vitebski del 1925 e La battaglia di fiori in cielo del 1967; il mondo dello spettacolo, con i dipinti sul circo; la Bibbia, con la celebre serie di incisioni, e Chagall surrealista, sui rapporti del pittore con il movimento artistico francese. Troverete l’universo sognante del pittore così come è rimasto nella memoria, quella mescolanza di avanguardia e tradizione ebraica chassidica fino ai richiami al Mediterraneo (sua patria adottiva) e al suo cromatismo, modernismo e folclore popolare russo; riferimenti alla rivoluzione russa e citazioni bibliche, però lo troverete raffigurato in opere meno conosciute, alcune persino mai viste.

“Non vorrei essere simile agli altri, voglio vedere un mondo nuovo”: anche le frasi di Chagall, si librano nello spazio espositivo e questa sembra condensare e raccontare oltre a una precisa poetica, un progetto esistenziale. L’artista è il creatore e la sua via d’accesso alla vita è l’invenzione. Chagall è il demiurgo, l’artefice di un altro mondo che, pur contenendo continuamente riferimenti al nostro mondo e ai fatti che l’hanno personalmente sconvolto, riesce a digerirlo e a tramutarlo in universo magico, fatto di altra materia, la materia dei sogni, dei simboli, della potenza visionaria.

Scrive Umberto Broccoli, Sovraintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale, nell’introduzione al catalogo: “Chi conosce i tarocchi conosce l’appeso. Colui che guarda il mondo a testa in giù. Legato alla realtà solo da un filo attorno alla caviglia che gli impedisce di precipitare, di rovinare a terra. Così è l’artista. La realtà lo tiene legato a sé da un filo sottile, ma poi la sua personale realtà è un’altra, i valori sono sovvertiti, quello che gli interessa è rappresentare il mondo secondo la sua personale visione e creare valori alternativi o meglio sottolineare i valori fondamentali dell’esistenza nascosti dalla falsità della vita pratica. La convenzione non interessa all’arte, ma piuttosto le interessa l’autenticità e l’andare oltre l’apparenza”. Chagall vede l’invisibile ad ogni istante, squarcia la falsità della visione corrotta dall’adesione alle apparenze, e la visione onirica crea l’opera. Ha a tal punto il suo mondo in testa che non può fondersi e confondersi con nessun movimento, non può appartenere a niente e a nessuno, solo ispirare altri; neanche può confondersi con gli spiriti a lui più affini e congeniali, i surrealisti. Invano lo solleciteranno più e più volte ad unirsi al gruppo. Anche se Marc Chagall è vicino alla ricerca surrealista e condivide gli obiettivi e i mezzi per raggiungerla, (il sogno e i suoi simboli, la loro trascrizione nei dipinti), fa coppia solo con sé stesso, rifiuta di aderire a precisi precetti teorici che limitino la portata poetica e l’individuale forza inventiva.

Se mai ha avuto una poetica, la si può condensare in una sua frase: “Mi tuffo nelle mie riflessioni e volo al di sopra del mondo”. Ciononostante André Breton ha riconosciuto ufficialmente in lui l’iniziatore dello spirito surrealista: “La sua esplosione lirica – scriveva Breton ne Il surrealismo e la pittura – è datata 1911. A partire da quel momento la metafora, con lui solo, segna il suo ingresso trionfale nella pittura moderna. Per attuare il ribaltamento dei piani spaziali preparato molto tempo prima di Rimbaud e, al tempo stesso, per liberare gli oggetti dalle leggi della pesantezza e abbattere le barriere che separano gli elementi e i regni, la metafora suddetta nell’opera di Chagall si rivela improvvisamente, su un supporto plastico, nell’immagine ipnagogica e in quella eidetica (o estetica) che sarà scritta solo più tardi con tutte le caratteristiche che Chagall ha saputo conferirgli”.

D’obbligo un riferimento all’autoritratto, L’uomo con la testa rovesciata, del 1919 che sintetizza la poetica del mondo tramutato. È il primo di una serie di autoritratti con la testa rovesciata. Il quadro è sottosopra perché è firmato in alto e a sinistra e all’incontrario.

Chagall stesso voleva che fosse appeso così, a evidenziare un capovolgimento dinamico, che con la sua forza onirica attirò subito l’attenzione di altri pittori, espressionisti tedeschi e del gruppo surrealista nascente. Sintetizza quella “filosofia dell’appeso” che si respira in tutte le opere. “Il corpo dell’appeso – scrive ancora Broccoli – penzola nel vuoto, perché l’anima liberata sfugge la realtà della materia. Ha scoperto che il segreto per penetrare le cose sta nel loro capovolgimento. Si può conoscere se stessi solo abbandonando gli schemi mentali comuni. Così sono anche i giochi dei bambini, guidati dalla fantasia che prende spunto dalla realtà, ma poi costruisce mondi paralleli dove le cose del mondo hanno una gerarchia tutta loro e vivono di vita propria”.

Chagall ci coinvolge nella “deriva sognante”. Peccato che, quando per un attimo quasi ci illudiamo di esser sfuggiti alla terrestrità pesante, alla gravità della legge medesima e di noi stessi, ci pensano suonerie d’allarme che si destano ogni istante secondo a se ti avvicini troppo all’opera a riportarci all’ordine quadro e dozzinale di un mondo pavido e riaffondarci nelle nevrosi e nel delirio panico privo di vertigini poetiche. Non resta che tenersi strette le immagini ipnagogiche di quest’altro mondo e correre a casa, tra altri allarmi e allarmismi.

Di Chagall abbiamo parlato anche in occasione della pubblicazione delle sue illustrazioni per le fiabe di La Fontaine

22 Dicembre 2010 – 27 Marzo 2011
Chagall. Il mondo sottosopra – Museo dell’Ara Pacis Roma

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