Città vicine e lontane

C’è la città e la sua gemella, separate e unite al tempo stesso; coesistono ma non possono interagire. Niente mondi paralleli, né universi alternativi, la spiegazione è molto più semplice: Besźel e Ul Qoma, figlie della catastrofe post-sovietica e di una serie di eventi storici poco chiari, sorgono sullo stesso agglomerato urbano ma hanno diverse leggi, usanze, lingue, addirittura modi di camminare. Soprattutto, ogni interazione fra di loro è considerata un crimine grave, punibile con l’intervento della misteriosa e temuta Violazione. Anche solo il guardare un cittadino dell’altra città è proibito. Per questo gli abitanti di entrambe le città vengono addestrati fin da piccoli nella sottile ed elusiva arte del “disvedere” ciò che appartiene a una realtà diversa, benché così vicina. Non fa eccezione Tyador Borlù, ispettore della Squadra Crimini Estremi della polizia di Besźel, che, suo malgrado, si ritrova fra le mani un’indagine che affonda le sue radici nella complicata interazione fra le due città, la loro storia e i loro misteri.

Su questo spunto singolare e intrigante, China Miéville costruisce una detective-story quanto mai classica, ricca di venature paranoiche, con un intreccio politico-economico che si rivela più grande del previsto e un protagonista costretto a varcare i confini nei quali è stato rigidamente confinato per tutta la vita. L’impianto narrativo si rivela solido e ben ritmato, con una galleria di personaggi non troppo caratterizzati ma credibili e più che mai funzionali per quanto riguarda il loro ruolo nella storia. Peccato che l’unica eccezione sia proprio il protagonista, che non brilla per carisma e necessita della presenza dei tre comprimari – la brillante Corwi, il burrascoso Dhatt e il compassato Ashil – che si alternano al suo fianco nel corso dell’indagine, per sostenere adeguatamente il peso della storia.

Anche la narrazione in prima persona si dimostra una scelta non sempre azzeccata perché se da un lato non riesce a creare la giusta empatia fra Borlù e il lettore, dall’altro rende più macchinosa la spiegazione della complessa relazione fra le due città. Entrare nell’ambientazione creata da Miéville non è, dunque, cosa facile ma, una volta accettate le regole del gioco, La città & la città si rivela una lettura piacevole, che non si limita a raccontare una storiella ma riesce anche, usando un’idea originale, a dare interessanti spunti di riflessione sulle possibili derive delle relazioni sociali umane.

Titolo: La città & la città
Autore: China Miéville
Editore: Fanucci
Dati: 2011, pp.362, euro 12,90

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