Il Diavolo Rosso si tinge di Noir

C’erano una volta, nel mondo dei fumetti Marvel, i What if…? La ricetta di questi racconti era semplicissima: prendete un personaggio più o meno famoso, cambiate un particolare (anche piccolo) della sua vita e osservate le conseguenze. Cosa sarebbe successo se… l’Uomo ragno si fosse unito ai Fantastici Quattro? E se Capitan America avesse vinto le elezioni presidenziali del 1980? Poiché spesso la storia si concludeva in sole 22 pagine, la bravura dello sceneggiatore stava nello sviluppare in breve spazio storie avvincenti che rispondessero alle domande che ogni lettore medio – ammettiamolo, un po’ nerd –  si era posto almeno una volta nella vita. Anche la casa editrice DC Comics aveva avuto un’idea simile: in “altri mondi” (Elseworlds era proprio il titolo della testata che raccontava le versioni alternative di Superman, Batman, Wonder Woman e Flash) potevamo incontrare un Uomo d’Acciaio comunista o un Cavaliere Oscuro che, invece di combattere il Joker, indagava sui delitti di Jack lo Squartatore. A differenza dei racconti made in Marvel, quelle della DC erano vere e proprie epopee sviluppate in più albi che cercavano di offrire un ampio affresco dell’universo narrativo – o almeno dello scenario – in cui si inseriva la specifica avventura.

Ispirandosi probabilmente alla filosofia della concorrenza, la Marvel Comics ha deciso in anni recenti di lanciare nuove testate che ri-raccontassero la nascita dei supereroi, variandone alcuni presupposti e sviluppando trame che a loro volta hanno originato interi universi narrativi; oppure, che ne rivisitassero l’essenza esplorando le possibili combinazioni spazio-temporali di ciascun personaggio. La linea Marvel Noir, nata nel 2009 e a cui appartiene questo volume di Devil, si inserisce nel secondo filone.

L’idea di Joe Quesada, Editor-in-Chief della Marvel, era quella di raccontare nuove avventure dei suoi eroi più famosi, ambientandole questa volta negli anni ’20: quelli che, in America, significano gangster senza scrupoli, femmes fatales irraggiungibili, investigatori privati tanto capaci quanto trascurati. E ancora, distillerie clandestine, fumose sale da biliardo, case da gioco, bordelli e commissariati. Naturalmente, non tutti i personaggi sono adatti a una simile ambientazione e anzi i supereroi, con i loro costumi sgargianti, i poteri e la tecnologia che spesso li accompagna, possono sembrare dei pesci fuor d’acqua. Il rischio, doppio, è quello di privarli di ogni attributo caratteristico (e quindi di snaturarli) oppure di calcare la mano proprio sugli elementi più eccentrici del loro modo di essere (e quindi di creare delle macchiette). Con Devil, però, la Marvel sapeva di andare sul sicuro.

In tutto il panorama del fumetto mainstream nordamericano – se escludiamo Batman, di cui il Diavolo Rosso è spesso considerato l’alter ego marveliano – non c’è infatti un personaggio che come lui abbia assorbito e rielaborato gli stilemi classici della narrativa noir e hardboiled più tradizionale. Devil non è un supereroe di quelli che salvano l’universo dalle minacce cosmiche come fanno i Fantastici Quattro. Il suo campo di battaglia è Hell’s Kitchen, il quartiere degradato di New York dove è nato, è cresciuto e ha acquisito i poteri. Proprio in una strada del quartiere il giovane Matthew Murdock ha subito l’incidente che, privandolo della vista, gli ha donato i sensi ipersviluppati grazie a cui volteggia sui tetti e percepisce odori e rumori a isolati di distanza. A Hell’s Kitchen Matthew è tornato dopo la laurea in legge per esercitare la professione di avvocato e qui ha deciso di adottare un’identità segreta che gli permettesse di rimediare ai torti rimasti impuniti in tribunale. Suoi avversari sono stati spesso gangster e malavitosi come Kingpin (il gigantesco boss della mala newyorkese che rappresenta, insieme al killer Bullseye, la vera e propria nemesi del nostro eroe) ma anche come il Gufo, Mister Fear e tanti altri che sembrano una sintesi tra i nemici di Batman e quelli di Dick Tracy. Guarda caso, due personaggi, seppur diversi, decisamente noir.

Con presupposti simili, non stupisce che questo volume rappresenti l’esito più felice dell’intera linea editoriale. Il fatto che a raccontare la storia fosse un affermato scrittore di genere non rappresentava di per sè una garanzia. Eppure, nonostante il numero esiguo di fumetti realizzati in precedenza, lo sceneggiatore Alexander Irvine centra in pieno il risultato. Assegna a ciascuno dei protagonisti – riconoscibilissimi per i lettori tradizionali – un ruolo ben distinto all’interno del canovaccio noir (l’investigatore, l’informatore, il boss del crimine, la femme fatale: ci sono tutti); fonde i personaggi, scambia le parti e rimescola i punti di vista. I suoi dialoghi sono di volta in volta secchi, introspettivi o lirici, a seconda del tono assunto dal racconto; i personaggi riflettono amaramente sulle proprie azioni mentre osservano il mondo attorno a loro scivolare sempre più rapidamente verso il baratro. Sanno di rappresentare, di volta in volta, la salvezza o la condanna per chi li circonda e proprio questa consapevolezza ora li schiaccia, ora li spinge all’azione.

Il vero valore aggiunto del volume, però, è nei disegni di Tomm Coker. Se Devil, negli anni, è diventato un’icona del noir a fumetti, lo deve anche ai grandi disegnatori che ne hanno illustrato le avventure. Da Frank Miller a David Mazzuchelli, da Bill Sienkiewicz ad Alex Maleev, sebbene la mano cambiasse rimaneva riconoscibilissima un’estetica fatta di sfondi tenebrosi, di figure stilizzate quando non appena abbozzate, di linee e tratteggi nervosi e guizzanti. Coker, che è anche regista cinematografico e quindi sa come raccontare una scena o una sequenza, sembra aver rubato un pizzico di arte da ciascuno dei mostri sacri che lo hanno preceduto. Eppure, il suo stile appartiene solo a lui.

Non sappiamo se la linea Marvel Noir avrà un futuro lungo e radioso. Gli X-Men e Wolverine, l’Uomo Ragno e il Punitore, Iron Man e Luke Cage hanno già percorso (o lo faranno a breve) le strade violente dell’America del Proibizionismo. Difficilmente, però, qualcuno tra loro potrà dire di trovarle familiari quanto un certo Diavolo Rosso che ha imparato paradossalmente a conoscerle proprio quando la luce è scomparsa dalla sua vita.

Titolo: Devil Noir
Autori: Alexander Irvine, Tomm Coker
Editore: Marvel Italia – Panini Comics
Dati: 2010, 112 pp., € 12,00