Donne, Islam e Femminismo

In occasione dell’incontro del 19 marzo al CSOA eXSnia di Roma (via Prenestina, 173), ultimo di una interessante serie con tema “Donne e Mediterraneo”, abbiamo rivolto a Renata Pepicelli, autrice del libro appena edito da Carocci Femminismo islamico. Corano, Diritti, Riforme, alcune domande.
La questione femminile nell’Islam è ai primi posti nell’agenda di associazioni come Amnesty International, e ciò è noto; meno noto è che esista anche un movimento femminista islamico originatosi proprio in quel testo sacro la cui lettura, falsata e imperante, vorrebbe, invece, le donne relegate a figure di sfondo, subalterne.

Noi stessi siamo arrivati all’incontro con una certa diffidenza mista a curiosità; diffidenza che si è rapidamente dissipata. Abbiamo avuto modo di scoprire come un approccio diverso possa condurre a conclusioni sorprendenti.
Le femministe islamiche cercano di togliere il velo alla storia, mettendone a nudo i veri lineamenti.

D:  Il femminismo islamico prescinde o si struttura su una lettura di genere del Corano? Quanto spazio c’è in questo testo sacro dedicato alle donne?

R: Il femminismo islamico si basa sulla lettura del Corano. La base di questo movimento è data dal pensiero che i testi sacri garantiscano l’uguaglianza di genere.
Interpretazioni maschiliste e retrograde del Corano hanno fatto emergere  un’immagine misogina dell’Islam mentre l’Islam  che è stato rivelato al profeta Mohammed era portatore di un discorso di liberazione e di uguaglianza. Basandosi su questo principio, le donne dell’Islam hanno gli stessi diritti di cui godono gli uomini dell’Islam.

D: Essere una donna socialmente attiva sul fronte del femminismo nel mondo islamico non ne complica la vita quotidiana quanto addirittura non ne mette a repentaglio la vita stessa?

R: È chiaro che le donne che rivendicano diritti di genere, e lo fanno in maniera radicale, si espongono e rischiano. Le femministe islamiche rischiano maggiormente quando contestano le forze più estremiste, radicali e conservatrici dell’Islam.
Una donna turca molto pia e devota, praticante, che parallelamente all’impegno religioso praticava discorsi di genere, proprio per questa sua voce femminista e musulmana al tempo stesso, è stata seviziata e torturata prima di essere uccisa. Tutto questo è successo nel 2000.

D: Secondo Lei quanto è familiare il concetto di femminismo alla donna comune del mondo islamico e quali sono i contesti più ricettivi all’ideale di una donna che lotta per affermarsi?

R: Il femminismo islamico si sviluppa in diversi contesti parallelamente, sia nei paesi occidentali sia nei paesi a maggioranza musulmana come l’Iran, dove nel corso degli anni Novanta si è avuto un interessantissimo dibattito sul femminismo islamico.
Gli Stati Uniti ospitano molte delle principali teologhe di questo movimento, nel Mediterraneo il Marocco è un paese molto aperto al dialogo, in Spagna i musulmani della Catalogna e i musulmani convertiti lavorano insieme per rivendicare i diritti delle donne.

D: Per quanto le differenze fra culture siano talvolta profonde, è possibile immaginare un movimento femminista globale e trasversale, che superi le distanze e le differenze e riesca ad abbracciare le donne occidentali, islamiche, asiatiche, sudamericane, africane in una lotta comune?

R: Questa è una speranza, una possibilità.
Per poter realizzare tutto ciò vanno superati diversi stereotipi, primo tra tutti quello che la religione non possa essere uno spazio di affermazione per le donne o che l’islam sia una religione che non offre spazio alle donne. Se l’Occidente non supera questi pregiudizi è difficile che si possano costruire dei ponti.

D: La lotta per il femminismo delle donne islamiche può rappresentare uno spunto costruttivo per le donne in Italia che si sono assuefatte a un concetto di femminismo decisamente depauperato rispetto alle sue origini?

R: Accettare lo sguardo di altre donne su di noi può essere utile per riflettere sulle nostre battaglie: dove siamo, dove ci siamo fermate e che direzione prendere per andare avanti.
È tutto un percorso da costruire.

Un libro certamente rivelatore, di agile e interessante lettura, che contribuisce a gettare una nuova luce sulle vicende del mondo arabo e islamico.

Titolo:  Femminismo islamico. Corano, diritti, riforme
Autore: Renata Pepicelli
Editore: Carocci
Prezzo:  € 12,60
Dati: 2010, 160 pp.

Acquistalo su Webster.it