Femmine contro maschi

Cosa abbiamo in comune con le donne dell’antica Grecia? Semplice: ci facciamo ancora del male per amore. Come ci racconta (facendoci ridere) lo scrittore napoletano.

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Le donne sono più belle (degli uomini). È l’assunto dal quale parte l’ingegner De Crescenzo che, con la sua consueta e adorabile ironia, dà vita ad alcuni ritratti mitologici della femminilità. Per sondare un mistero che nemmeno Freud riuscì a decifrare (del resto, il celeberrimo psicoanalista non era probabilmente dotato di leggerezza e umorismo, due qualità fondamentali per arrivare al cuore delle donne). Ed è proprio per venire incontro all’ignoranza maschile sul gentil sesso che De Crescenzo si prodiga nella descrizione di qualità e difetti che, a quanto pare, ci accomunano dalla notte dei tempi. Quello che ne risulta è un universo ricco di sfumature legate da un unico filo conduttore: la capacità di amare frammista a masochismo, che avvicina la minore delle ninfe alla più autorevole delle dee e  alla più nevrotica delle manager attuali. Di diverso, oggi, c’è solo la terminologia che, togliendo poesia alle gesta amorose più eclatanti, le incanala nel solco della patologia, all’interno di rassicuranti punti di riferimento scientifici. L’autore prende spunto dalle Heroides di Ovidio, per rileggere in chiave moderna “le lettere spedite dalle eroine ai loro rispettivi eroi, sempre nell’ipotesi che le eroine sapessero scrivere e gli eroi leggere”. Ed ecco quindi sfilare personaggi come Arianna e Teseo, Didone ed Enea, Penelope e Ulisse. Certo, lo scrittore non è esente da un certo maschilismo, probabilmente inconsapevole (sarà un suo retaggio da ingegnere?). È infatti innegabile che l’attribuzione di alcune caratteristiche alla struttura di personalità femminile sia quantomeno anacronistica. Noi di Atlantidezine ci riserviamo infatti la possibilità di dubitare di alcuni assunti sulla cosiddetta natura (in quanto contrapposta alla cultura).

153030PenelopeNon essendo certi che le donne soffrano per amore più degli uomini (Donne che amano troppo non mi ha convinta fino in fondo), ci godiamo comunque la carrellata di esempi fornitaci da De Crescenzo, quantomeno per potercene, se possibile, scostare nella vita quotidiana. Anche l’idea che il sesso sia più importante per il maschio lascia qualche riserva a chi scrive (in quanto donna) ma il nostro amico filosofo è troppo simpatico per poterlo odiare a causa di affermazioni che risulterebbero vetuste e odiose sulla bocca (o sulla penna) di chiunque altro. Sarà che sono cresciuta a pane e De Crescenzo ma non riesco ad accanirmi con lui. Potere dell’ironia. Potere della lingua tagliente. Il merito maggiore dello scrittore è indubbiamente quello di aver fatto fatto accostare le persone digiune di filosofia e mitologia a questi due mondi meravigliosi e affascinanti. Pur nella loro apparente banalità, alcune descrizioni lasciano comunque aperte delle domande, per esempio sull’assenza di filosofe nella storia della cultura occidentale. Insomma, a qualunque sesso si appartenga, Le donne sono diverse è una lettura piacevole e istruttiva e De Crescenzo mostra di amare ‘a femmena, anche se nella sua accezione più antica, quantunque venata da riflessioni sempre attuali.

le-donne-sono-diverse-di-luciano-de-crescenzo-L-nAH3YWTitolo: Le donne sono diverse
Autore: Luciano De Crescenzo
Editore: Mondadori
Dati: 2001, 210 pp., EUR 9,50

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