Lo sguardo di una vittima sulle colpe e i segreti del suo carnefice

Non riesco a ipotizzare fino a quando durerà, ma certo è che anche per la marea nera (che per fortuna per il resto nulla a che vedere col Golfo del Messico) dei gialli di matrice scandinava un tappo che funzioni ancora non si trova. E non perché ce ne sia un effettivo bisogno, intendiamoci, in effetti ne abbiamo letto molti e alcuni veramente notevoli, solo ci angustiano le tendenze e questa dei gialli del Nord sta diventando pericolosamente una moda.

Una moda molto reclamizzata che si alimenta di un passaparola che (almeno di questa portata) non ricordiamo dai tempi di Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (libro pessimo, peraltro, di quella razza ingenua e furba al contempo che a distanza di anni ancora irrita).

Ebbene il rischio che nel calderone ribollente della moda vengano inglobati veri pezzi di narrativa ci impensierisce. Ed è per questo che ci avviciniamo alle novità scandinave sui banchi delle librerie con una certa riluttanza mista a sospetto: sarà un buon libro o un escamotage per vendite facili?

Finché sarà passata la tua ira di Åsa Larsson è un buon libro. E tiriamo un sospiro di sollievo.

Ma non è semplicemente un buon libro. Ha diverse sfaccettature che di concerto generano una mistura che avvince sin dal momento in cui ci si imbatte nella giovane protagonista (e vittima) di questa vicenda corale e lo rendono un noir, un thriller, un romanzo psicologico.

Circondati da un paesaggio di straordinaria bellezza, Wilma e Simon stanno per affrontare l’avventura che attendevano da mesi. Sono giovani, innamorati, entusiasti. Il gelo attorno a loro ricopre tutto: acqua e terra; ghiacciando la superficie del lago Vittangijärvi, in cui i due ragazzi stanno per immergersi alla ricerca del relitto di un aereo precipitato molto tempo prima. Mentre nuotano sul fondo del lago, però, Wilma, risalendo la segola di sicurezza divenuta d’improvviso molle, prende amaramente coscienza del fatto che qualcuno li ha intrappolati sotto alla coltre di ghiaccio posando sopra al foro d’uscita una porta di legno. Non avranno scampo. Quando molti mesi dopo il corpo di Wilma viene finalmente alla luce, Rebecka Martinsson, procuratore a Kiruna, intuisce che dietro a quella morte non c’è solo una terribile disgrazia. Comincia per lei una nuova indagine nella sua amata terra lappone tra le meraviglie di una natura ancora primitiva come la durezza e il sospetto di certa parte dei suoi abitanti. Assieme all’ispettrice Anna-Maria Mella (entrambe le donne hanno alle spalle delle storie difficili e intense) intuiscono che è nel passato che vanno cercate le origini di un gesto tanto spietato, e sfidano il silenzio di una famiglia che da lunghi anni si prende cura un segreto crudele e di due fratelli, novelli Caino e Abele, che lo coltivano come se da quest’ultimo dipendesse il presente e il futuro dei suoi custodi.

Molti i protagonisti di questo romanzo, alcuni struggenti (Wilma, per esempio che, come accade in altri romanzi della Larsson, ormai fantasma, ci racconta la propria morte e osserva con un tenero distacco la sua vita da lontano) altri che ci impongono un’empatia che fino alla fine rifiutiamo ma che, nostro malgrado, non possiamo evitare, coinvolgendoci in una storia familiare dal profilo epico-simbolico i cui protagonisti subiscono gli eventi pur guidandoli. E altri ancora che vorremmo scuotere, che ci infastidiscono. Tutti resi con un’estrema forza espressiva e un’esperta tensione narrativa che non scende mai anche se talvolta s’appaga della sua stessa accuratezza fornendo informazioni che il lettore avrebbe potuto intuire godendo altrettanto a fondo di questa appassionante vicenda.

Titolo: Finchè sarà passata la tua ira
Autore: Åsa Larsson
Editore: Marsilio
Dati: 2010, 307 pp., 17,00 €