Peccato, poteva essere un buon Papa!

Habemus Papa (Moretti, 2011)L’ultimo film di Nanni Moretti era, come sempre, attesissimo. Questa volta però, l’indisponente regista romano è andato a toccare una tematica “sacra”, sotto tutti i punti di vista. Parlare di religione per un Italiano è assai difficile: che tu sia fervente cattolico, agnostico  o buddista non importa, l’ombra del Vaticano incombe. Da secoli. Se vivi a Roma poi, il “cupolone” è una presenza ancora più ingombrante.

Habemus Papam va quindi ad incamminarsi lungo un terreno periglioso. Non genericamente di religione si parla, inoltre, ma proprio di Vaticano e dell’emissario di Cristo in terra. Tuttavia, chi andasse a vedere il film sperando in un siparietto dissacrante e anticlericale, resterà deluso.

Il fuoco è sull’uomo, sulla solitudine, sull’incapacità di affrontare il proprio destino. Sulla convinzione che, forse, il proprio destino non è quello che altri ci hanno cucito addosso, ma è quello che ci costruiamo faticosamente, giorno dopo giorno. La retorica morettiana c’è, e si sente tutta. Ma è in qualche modo un rumore di sottofondo, così come il personaggio da Moretti interpretato, azzeccatissimo diversivo, protagonista della trama secondaria del film, necessario per esaltare l’efficacia della narrazione e per riportare all’ordine chiunque pensasse di dimenticarsi di lui.

La narrazione principale cavalca il tema della consapevolezza di sè, del percorso profondo e interiore di un uomo alle prese  con una responsabilità di cui sente tutto il peso.

Habemus Papa (Moretti, 2011)

E sulle strade di Roma, disorientato, lontano dalla sicurezza e dal mondo conosciuto, rappresentato dal cerimoniale cattolico, l’uomo cerca di ritrovare se stesso. O forse solo di fuggire dal ruolo che gli è stato imposto. E cerca una giustificazione nell’incapacità di gestire la situazione e di sostenerla. Non quindi una riflessione sulla fede o sulla sua mancanza. La fede, in qualche modo, non viene messa in discussione.

Il tema sullo sfondo è invece quello dell’attesa. L’attesa gioiosa, festante, rumorosa della folla di credenti che bivaccano su via della Conciliazione e sulla piazza del Vaticano.
Quella dei giornalisti, invadente a tutti i costi, che fanno a gara per dare lo scoop. L’attesa perplessa del resto del mondo e dei commentatori e degli opinionisti che, per la prima volta, sono senza parole.

Habemus Papa (Moretti, 2011)Attenta, divertente, irriverente, la telecamera viene puntata però sull’attesa dei Cardinali, riuniti in conclave e costretti a vivere sotto lo stesso tetto per molti giorni. La loro attesa è colma di speranza, in Dio e in quello che  ne è stato designato primo servitore. Moretti è l’elemento disturbante, che si ritrova, con il suo iper-razionalismo nel centro nevralgico della fede, cioè dell’accettazione passiva di tutto ciò che è al di là della ragione.

Il contrasto ci regala momenti di buona commedia, senza sconfinare nella blasfemia.

Quello che resta e’ la figura di un Papa in preda al dubbio, preoccupato per i fedeli, incapace di dare delle risposte e incapace anche di cercarle. Ma anche di un Papà pieno di umanità (e quindi di fallibilità), che accetta, a modo suo, una responsabilità enorme: quella di confessarsi davanti al mondo intero. Peccato che sia solo un film, sarebbe stato sicuramente un buon Papa.

Habemus Papam[poster] Habemus Papa (Moretti, 2011)
di Nanni Moretti

Italia/Francia 2011
Commedia, 104 min.
01 Distribution

nelle sale dal 15 aprile 2011