Haiku made in Italy: in tre versi la poesia dell’esistenza oltre l’umano

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 “Vive il giardino: il fremito di foglie acclama il cielo. L’ultima luce: l’acqua ai cerulei colli plumbea ristagna. Rondine in volo, silenzio di cicale, bisbiglia il rivo”. Sono haiku di Francesca Di Castro, una delle tante voci poetiche, Haijin italiani (secondo l’esatta terminologia giapponese) ospitati nell’originale antologia poetica dal titolo Haiku, tra meridiani e paralleli (Fusibilia libri edizioni, aprile 2013, € 15,00) presentata giorni fa a Roma presso il Giardino Parioli, un singolare luogo di aggregazione tra piante, fiori, libri, in cui sbocciano presentazioni, anche di raccolte di poesie, grazie all’instancabile giornalista e libraia, stanziale e itinerante insieme, Monica Maggi e alla sua associazione Libra 2.0.  Haiku è, per chi non ne avesse mai sentito parlare, componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo, caratterizzato da concentrazione tematica, rigore metrico e formale, densità di senso e capacità di sprigionare all’istante molteplici risonanze interiori che spiazzano l’ego e nutrono l’anima. È  composto di soli tre versi, formati da un preciso numero di sillabe: il primo ne contiene cinque, il secondo sette, il terzo ancora cinque. In totale diciassette sillabe per manifestare di volta in volta o insieme sbigottimento, immersione panica in un mondo vivo di creature vive, stupore esistenziale e mistico, senso del sacro rintracciato in qualsivoglia cosa, anche la più umile, persino la più vile; coscienza del divenire, sentimento del tempo e della morte. È ode, ringraziamento, preghiera alle divinità della vita (praticata anche da Borges, Kerouac, Ginsberg, Caproni e Sanguineti per citare qualche illustre rappresentante d’Occidente) e del cosmo che ognuno conosce e riconosce nel suo interiore svolgimento esistenziale, al di là di religioni codificate, nella modalità d’essere al mondo, interpretarlo e incarnare l’anima, adattabile a ogni cultura, che è lo zen.

Sembrano fatti apposta questi haiku per esaltare nel post del post moderno e in quel che verrà e sarà dopo ogni post, le intime ed eterne verità: doglie, illuminazioni umane, tra l’essere nel tempo e lo stare al di là della storia fino a scorgere l’immutabile nel divenire. Modalità poetica  di estrema concisione inventata quando short message, cinguettanti twitter, o sciatti versi spacciati per liberi non erano nella mente di nessun dio. La silloge che raccoglie le voci di ben centodue poeti, invece, mantiene un tessuto compatto all’insegna di rigore, tecnica e forza poetica costanti.

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Merito della poetessa Dona Amati, fondatrice nel 2011 insieme a Ugo Magnanti dell’associazione Fusibilia che è diventata anche casa editrice. Dona Amati, che ha all’attivo numerose pubblicazioni di sillogi poetiche ed è inserita in importanti antologie, dopo aver pubblicato Haiku – Nel mondo di Kensuke Shimizu (Edizioni Le impronte degli uccelli 2012), ha avuto l’idea di questa raccolta durante un festival internazionale di scrittori a Belgrado. “L’incontro con altri creativi , autentici custodi di parole e suggestioni, mi ha confermata nella convinzione di quanto siano rilevanti, per la propria crescita personale, i rapporti con altre tradizioni letterarie, il confronto e lo scambio sul confine di ragioni, tecniche e modalità compositive differenti”, si legge nella nota a conclusione del libro da lei stessa curato. Il volume che si avvale della prefazione di Francesco De Girolamo, esperto del genere, ed è arricchito dalle immagini di un fotografo e artista giapponese, Hitoshi Shirota, è l’esito di un concorso  che ha avuto un grandissimo riscontro e ha impegnato curatrice e redazione nello sforzo di selezionare  tra circa 1200 composizioni solo quelle rispettose del criterio metrico e contenutistico che poesia siffatta richiede. Pietro Secchi, docente di filosofia e poeta intervenuto alla presentazione, ha sottolineato l’aspetto formale e la cura del libro “confezionato bene con un ordine preciso”, oltreché l’omogeneità delle composizioni: “l’adozione di un metro poetico anche rigido – ha sottolineato Secchi – conferisce  unità e identità all’opera. Il guaio della poesia contemporanea è la mancanza di cura formale, la mancanza di tecnica. La letteratura è forma. L’haiku permette di re-imparare una certa cura del linguaggio e avviare un’attenzione a livello poetico distante sia dal manierismo che dall’improvvisazione”. Questa modalità poetica che in Giappone è pratica abituale di massa, è per Dona Amati “un massaggio cerebrale, un potente antidepressivo che permette di correre dietro le sillabe” e in questa corsa “incontrare tutto ciò che è latente in ognuno di noi”. Altro aspetto interessante dell’antologia è che vi si trovano accostati componimenti dell’oggi e quelli di grandi maestri giapponesi del genere (Matsu Basho, Kobayashi Issa e altri) a evidenziare senza commenti espliciti l’immortalità di una produzione che, fissando il divenire, ci trova, al di là delle latitudini e delle culture, tra meridiani paralleli e salti temporali, partecipi di una stessa umanità implicata nel vivere, che sia arte, via esplorativa o sofferto passaggio, tutti comunque presi a sfogliare emozioni fondamentali. Ecco che con la stessa attitudine stupita e commossa si può leggere tanto un haiku di Miura Chora (poeta giapponese del XVIII sec.) che recita: “In questo giorno che tramonta sono caduti i fiori di ciliegio”; o uno della poetessa Chiyo-jo così composto; “Spiaggia alla bassa marea: tutto ciò che prendo è vivo”; quanto quelli di Giovanni Alberghina, poeta del XXI secolo: “La cruda morte domani rifiorirà dolore acerbo. Sogno amoroso fermati sulla soglia di questa vita. Saggia gioventù primavera fiorita stagione stanca”. Nella varietà di voci (oltre le poche qui selezionate per pura esigenza di sintesi) le opzioni sono  tali e tante da restituire quel che si cerca, persino al di là delle intenzioni. Magari aprendo una pagina a caso per afferrare la temperatura emotiva di un proprio istante quando si era sul punto di smarrirsi, o ritrovare il senso tra gli affanni esistenziali nella contemplazione estatica del silenzio o della bellezza della natura in tre versi svettanti oltre l’umano.

haiku-per-web-218x218Titolo: Haiku tra meridiani e paralleli
Curato da: Dona Amati
Editore: FusibiliaLibri
Data di Pubblicazione: Gennaio 2013, Pagine: 184, Prezzo: € 15,00

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