Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni

Leonardo Di Caprio as Dom CobbIn un mondo di invenzioni tecnologiche sempre più sorprendenti, il semplice sognare rappresenta ancora una delle esperienze più affascinanti e misteriose. Nemmeno la frequenza  quasi quotidiana con cui questo piccolo miracolo si verifica riesce a scalfirne l’incantesimo. Così, mentre scienziati e artisti da secoli cercano di addomesticare i sogni, di interpretarli, di comprenderne il linguaggio, noi, semplicemente, chiudiamo gli occhi e sogniamo.  Il sogno continua a sfuggire a qualunque codifica e a qualunque dizionario, anche, o forse soprattutto, in virtù del suo carattere assolutamente privato. Chiunque abbia provato a raccontare o ricostruire un sogno ha scoperto quanto possa essere frustrante questo tentativo, e come le parole si rivelino, sistematicamente, insufficienti. Nel sogno entriamo soli e da soli ne usciamo.

Cosa accadrebbe se, invece, i sogni potessero essere condivisi, se più persone potessero sognare lo stesso sogno, interagendo?
È questa la semplice e paradossale domanda che ha fatto nascere, nella labirintica mente di Christopher Nolan, l’idea di Inception, l’ultimo prodotto dell’autore di film tanto complessi quanto fortunati come Memento e The Prestige.
Chi si attende da Nolan, qui in veste anche di sceneggiatore, una nuova storia-rebus non rimarrà deluso.
Riassumere la trama di questo film sarebbe riduttivo e insoddisfacente quasi quanto cercare di riferire un sogno.

Molto sinteticamente diciamo soltanto che Dom Cobb – interpretato da un Leonado Di Caprio al massimo delle sue potenzialità – svolge un mestiere piuttosto strano: ruba informazioni riservate intromettendosi nei sogni delle sue vittime. Un giorno, però, Cobb viene ingaggiato per un incarico, se possibile, ancora più bizzarro; questa volta, invece che portar via, dovrà, al contrario, introdurre un’idea nella mente di qualcuno. Il premio per questa rischiosa operazione è la possibilità per Cobb di tornare a casa, nel paese in cui è ricercato per un’accusa di omicidio.
Cobb accetta e, seguendo un modello filmico ormai più che consolidato, si circonda di un team di professionisti eccellenti, ognuno specializzato in un diverso e ristrettissimo campo.

Alla missione si unisce anche la giovanissima Ariadne (Ellen Page), geniale studentessa di architettura incaricata di progettare lo scenario in cui i personaggi si muoveranno. Ariadne, con la sua inesperienza a proposito del mondo degli estrattori, rappresenta il perfetto «doppio» dello spettatore all’interno del testo. Il pubblico, infatti, esattamente come Ariadne, ha bisogno di frequenti e dettagliate spiegazioni per capire la logica – talvolta un po’ macchinosa – con cui si muovono gli esploratori di sogni. Ariadne, inoltre, è l’unica, all’interno del gruppo, abbastanza intuitiva da aver compreso che Dom Cobb non ha raccontato ai suoi compagni tutta la verità su se stesso.

Definire Inception un film «onirico» potrebbe sembrare una banalità, mentre invece identifica uno dei punti di forza di questa pellicola. Nolan, difatti, ha avuto l’accortezza di non utilizzare il Sogno solo come un regno del possibile in cui ambientare una storia di fantascienza, ma di cercare di mutuarne, almeno in parte il linguaggio, suscitando nello spettatore una sensazione di familiarità.
Alcuni dei luoghi comuni dell’attività onirica sono stati abilmente integrati da Nolan nella trama, permettendo allo spettatore di riconoscere in essi un’esperienza realmente vissuta. Pochi secondi che sembrano ore, l’interferenza causata dalle funzioni fisiologiche, il risveglio improvviso per la sensazione di cadere o precipitare: ognuno di noi le ha vissute (se così si può dire) più di qualche volta.

Con Inception, Nolan offre al suo pubblico 142 minuti di buona sceneggiatura, ottima recitazione, sfoggio di effetti speciali e abuso di polvere da sparo. Per fortuna, invece, è parco di quei facili simbolismi che, in un film sul sogno, era difficile evitare.

Seguendo l’esempio di illustri predecessori come Alfred Hitchcock e Steven Spielberg, Nolan riesce anche ad armonizzare nel racconto elementi che mirano ad attrarre nella sala il grande pubblico: inseguimenti, sparatorie ed esplosioni invadono lo schermo conferendo al film un ritmo estremamente concitato.
Ma, in fondo, chi non ha mai sognato di essere inseguito?

Inception, USA/UK 2010
di Christopher Nolan
con: Leonardo Di Caprio, Joseph Gordon-Levitt, Cillian Murphy, Ellen Page
WARNER BROS, 142 minuti

nelle sale dal 24 Settembre 2010