Meet the Submarinean Pop

Ed eccolo qui, il primo articolo della redazione musicale di AtlantideZine. Atteso? Non lo so, ma spero possa risultare gradito ai più. Per iniziare avevo deciso un po’ di raccontarvi il mio inizio anno, cioè tutte le cose belle e notevoli che sono uscite da gennaio a oggi. Una precisazione però è doverosa: io ascolto musica indie. Quindi se siete fan di Cocciante o D’alessio o ancora Ricki Martin e i Metallica sappiate che qui dentro non troverete niente di tutto ciò. Mi dispiace, è che sono io limitato non è colpa vostra. Ma basta chiacchiere di contorno vediamo di immergerci in questa carrellata d’inizio anno.

Accendo l’iPod, setto l’anno (2010 of course) e vedo quello che mi capita davanti agli occhi.

Primo gruppo in ordine alfabetico e anche di ascolti è il duo di Baltimora che impazza da quest’inverno: i Beach House. Se con i dischi precedenti non mi avevano per niente convinto, con questo fanno di più: mi conquistano del tutto. Teen Dream, uscito a inizio anno per i tipi di Sub Pop, già si propone come uno dei prodotti più belli  del 2010.  Le atmosfere nostalgiche intrecciate alla meravigliosa voce di Victoria Legrande portano in trance. I primi cinque pezzi sono indimenticabili, una scaletta d’altri tempi. Poi il disco si assesta su livelli più umani. Assolutamente da avere, ascoltare, consumare.

Beach House
Teen Dream
Sub Pop – 2010


Andando avanti mi soffermo su un gruppo che ho nel cuore da un po’: sono svedesi e si chiamano Shout Out Louds.  Al loro terzo disco, Work, il quintetto di Stoccolma abbandona le atmosfere festose dei lavori precedenti e si concentra su un rock più maturo e meno legato a generi e cliché. Manca forse il pezzo riempi pista, quello che ti fa ballare e cantare a squarciagola, ma ascoltandolo regolarmente, quest’ album ti regala un pezzo di cui innamorarti ogni giorno. Da 1993 a The Candle Burns Out, passando per i due singoli Walls e Fall Hard. Una nuova stagione si è aperta nella carriera degli SOL e noi la seguiamo molto volentieri.

Shout Out Louds
Work
Merge – 2010



Ancora due riconferme da segnalare. La prima e più scontata sono gli ormai famosissimi Vampire Weekend. Con il loro secondo disco, Contra, hanno affinato il loro stile portandolo addirittura in cima alle classifiche. Sono fighetti, di brutto; sono ricchi e figli di papà, la loro musica ricorda Paul Simon di Graceland ma a me mi mettono allegria e una gran voglia di far baldoria, quindi who cares? Cousins (uscito in anteprima alla fine dell’anno scorso) si candida a essere uno dei pezzi dell’anno.

Vampire Weekend
Contra
XL – 2010




Altro gruppo su cui vorrei sprecare un po’ di pixel: i Titus Andronicus. Sicuramente i meno conosciuti di questo pacchetto sono però tra i più interessanti in assoluto. Con il loro Punk prog folk country (chiara come definizione no?) il gruppo del New Jersey si registra su altre corde rispetto a quelli di cui sopra. Primo: fanno casino, molto casino. Secondo: sono sboccati, abbestia, gli piacciono l’alcool il sesso e le sigarette. Terzo: sono colti, a partire dal loro nome le citazioni artistiche e letterarie non si contano (basta leggere a questo proposito i titoli di alcune loro canzoni: Richard II, oppure dal precedente disco, Upon viewing Brughel’s “Landscape With the fall of Icarus”). Quarto e non ultimo in ordine di importanza: spaccano. Questa loro seconda fatica, The monitor, è una sorta di concept album sulla guerra di indipendenza americana, come recita benissimo il singolo di apertura del disco, A more perfect union. La loro forza e carica emotiva nonché il servirsi della storia per raccontare la condizione miserabile dell’umanità collegano indelebilmente questi ragazzi del New Jersey a quello che una decina di anni fa aveva fatto Jeff Magnum con i Neutral Milk Hotel. Potrebbe sembrare un’empietà ma a me i TA ricordano quelle atmosfere lì. Il loro percorso artistico è però ancora lontano dalla sporca perfezione di In the aeroplane over the sea;  il talento c’è, eccome.

Titus Andronicus
the Monitor
XL – 2010




Concludo questa veloce carrellata delle ultime uscite parlando di un gruppo che ha fatto la storia del twee pop. Si chiamano Sambassadeur, sono svedesi anche loro e portano il nome di una canzone di Serge Gainsbourg. Il loro ultimo disco, European, è puro, chiaro, cristallino. Le canzoni semplici e ben orchestrate riportano a estati malinconiche, spiagge spazzate dal vento e sapori retrò, tutto condito con il giusto sentimentalismo. La copertina del disco, che ricorda qualche dipinto di Hopper, ci fa entrare con il piglio giusto nelle atmosfere del disco. 10 canzoni da ascoltare in solitaria, con lo splendido dittico iniziale formato da Stranded e Days ad aprire sontuosamente il disco e proseguito da ballad ora più allegre ora più nostalgiche, come la bellissima High and Low.

Sambassadeur
European
Labrador – 2010

Questo è stato il mio inverno musicale ma ora è arrivata la primavera e ben altri ascolti si addensano all’orizzonte. Un’anteprima?, eccola: