Solo un’immaginazione attiva potrà salvarci

Per troppa “inconscietà” o per mancanza di pensiero intuitivo, certe irripetibili occasioni della vita rischiano di restare occasioni mancate se non perse. L’opportunità fondamentale, scovarsi, trovarsi, nascere a se stessi richiede che i vasi interni siano davvero comunicanti. Carl Gustav Jung da medico ma anche da essere umano, si pose il problema dell’esistenza come percorso per sviluppare la propria autentica personalità individuale e a tal fine elaborò un metodo noto come “immaginazione attiva”.  A 50 anni dalla morte del padre fondatore della psicologia analitica, ora che è stato reso pubblico anche l’ultimo “segreto”, Il libro Rosso che è la trascrizione proprio di quel metodo che Jung applicò a se stesso, la psicoterapeuta e analista junghiana Marta Tibaldi ha pubblicato per le edizioni La lepre un lavoro dal titolo “Pratica dell’immaginazione attiva. Dialogare con l’inconscio e vivere meglio”. L’obiettivo della analista è dare risalto all’ aspetto spesso meno conosciuto e praticato dagli stessi analisti di tutto il sistema filosofico e terapeutico dello psichiatra svizzero. Rilevante è l’intenzione dell’autrice di trasmettere al lettore il metodo senza voli pindarici né volute ornamentali perché ognuno possa farne una “semplice” pratica di vita. Tutto sta a prendere contatto con parti di noi, avviare un dialogo interiore che non sia rovello. “Dipendiamo totalmente dalla benevola cooperazione dell’inconscio e, se si rifiuta di collaborare, siamo completamenti persi”, era la convinzione fondante di Jung. In base a queste premesse, ideò il metodo “per confrontarsi con la psiche inconscia in modo intenzionale, diretto e in stato di veglia” (scrive Tibaldi) e lo fece tra il 1913 e il 1919, gli anni più travagliati della sua vita, successivi alla violenta rottura, personale e scientifica, con il grande padre, Sigmund Freud. Fu un periodo in cui le emozioni erano esplosive, incontenibili, tanto da affliggerlo e provocare immagini, visioni, un’attività mentale continua. Jung sentì la necessità di mettersi in comunicazione con i suoi giacimenti sviluppando, oggi si direbbe, l’emisfero destro, la mente intuitiva.  “Per poter cogliere le fantasie che mi sollecitavano dal ‘sottosuolo’, dovevo per così dire, sprofondarmi in esse: cosa che provocava in me, non solo una violenta opposizione, ma una vera paura. Temevo di perdere il controllo di me stesso e di divenire preda dell’inconscio (…). Comunque, dopo lunghe esitazioni, mi resi conto che non c’era altro modo di venirne a capo. Dovevo accettare la sorte, e dovevo tuttavia osare  impadronirmi di quelle immagini, poiché altrimenti correvo il rischio che fossero esse a impadronirsi di me”.

Jung familiarizzò con il proprio inconscio, da Freud definito il “perturbante”, fino a incanalare le emozioni primordiali in immagini o scovare le immagini che in esse si nascondevano. Solo anni più tardi, nel 1935, chiamato a Londra a spiegare i capisaldi della sua psicologia analitica davanti a una platea di medici chiarì che la fantasia attiva o immaginazione non è da confondere con la fantasia passiva o fantasticheria perché la prima presuppone e richiede un io presente e cosciente che perlustri “lo spirito del profondo”. Recuperando la storia e l’origine della pratica junghiana, il lavoro di Marta Tibaldi riporta testimonianze offerte dai pazienti: racconti di paesaggi, piante, animali, personaggi che sono modalità con cui la psiche inconscia rivela stati emotivi se ci si pone in uno stato autoriflessivo. Ognuno ha il proprio ‘teatro’ psichico nonché “potenziale archetipico”. L’autrice indica la via che permetta al terapeuta di  aggiornare e ampliare questo metodo tenendo conto di “quali circostanze ambientali e sociali siano necessarie perché quel potenziale si sviluppi in modo ottimale”. Occorre inglobare le evidenze di altre discipline, integrare i saperi nella concretezza terapeutica: la biologia comportamentista, la neurofisiobiologia, le neuroscienze (le teorizzazioni di Antonio Damasio su mente inconscia e conscia), la medicina psicosomatica. Ritiene che in terapia il metodo della fantasia attiva vada integrato con il protocollo Emdr (Eye Moviments Desensitizaton and Reprocessing) di Francine Shapiro che  lei stessa pratica quale potente attivatore di immagini inconsce codificate nella memoria somatica. “La psiche – sosteneva Jung – non è cosa diversa da un essere vivente, è l’aspetto psichico dell’essere vivente. Anzi è l’aspetto psichico della materia, una qualità della materia”. Se il terapeuta non pratica per primo un dialogo interiore e resta fermo alla rigidità dei protocolli, sarà un ottimo funzionario o burocrate della psiche ma mancherà l’incontro trasformativo.

Al di là del setting, ognuno come essere umano può utilizzare quella che per Jung era una naturale facoltà, dialogare con il proprio daimon (secondo l’accezione di Hillman recentemente scomparso e citato nel libro), cercando di armonizzare le polarità psichiche puntando il focus verso il Sé, la personalità totale. Annota l’autrice: oggi pazienti e non pazienti, vivono calati in una dimensione di ‘inconscietà di ritorno’ e di collasso del superego sull’ego  che indebolisce la capacità di modulare le emozioni. Siamo un’umanità bambina che non arriva a uno stato adulto intelligente e creativo. “Si avverte urgente il bisogno di bonificare un ego spesso invaso dalle pulsioni, dall’angoscia e/o da i sintomi”. Solo a partire da una consapevolezza individuale e persino sociale che “nella nostra mente esiste una dimensione inconscia misteriosa che gioca un ruolo preminente nell’esistenza umana”, si può praticare un esercizio quotidiano di confronto con essa per non identificarsi con l’Io. Ammonisce Jung nel Libro Rosso: “Tu temi di ardere nel tuo proprio fuoco. Che nulla ti distolga da questo, né la compassione di altri, né l’autocommiserazione, che è ancora più pericoloso. Perché è con te stesso che hai da vivere e da morire”.

 

Titolo: Pratica dell’immaginazione attiva. Dialogare con l’inconscio e vivere meglio
Autore: Marta Tibaldi
Editore: La Lepre
Dati: 2011, 192 pp., 18.00 €

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