Fa paura il sogno quando è una realtà a sé stante che si vive, che lacera, che incide sulla realtà

 

Siamo dubbiosi: che cosa avrà voluto suggerirci Charles Nodier con i suoi racconti di fantasmi? Ci indirizza allo scetticismo? Ci suggerisce l’esistenza di un mondo parallelo a quello reale nel quale prosegue o si trascina l’esistenza? Ci sussurra instillando il sospetto su quanto ancora possano gli esseri viventi incidere sulla sorte dei defunti? Oppure tutte queste cose assieme?

Nodier ci coinvolge in una fitta rete di paure e angosce in cui il sogno è una realtà a sé stante e indipendente che si vive, che lacera, che incide sulla realtà. E la realtà è essa stessa onirica, continuazione della notte, strettamente connessa ad essa. Ci coinvolge in questo vortice di smarrimento e ci sorprende perché non si tratta di racconti romantici nel vero e proprio senso letterario del termine, si tratta piuttosto di un occulto ammansito, familiare, che risponde a regole proprie, popolato di fantasmi e spettri che sembrano, nella loro spaventosità, non voler altro se non una giustizia terrena che possa conceder loro un riposo eterno; sibillina indicazione di una esigenza propria all’autore di ristabilire un certo ordine in un tempo ribelle e sovversivo (quello della Rivoluzione Francese) con il quale, da monarchico, era in accesa contesa.

Tra tutti i racconti ci ha coinvolto, forse perché familiare per boccacciana memoria, Lo spettro di Olivier, in cui un giovane uomo assassinato si avvale del legame sincero e leale che in vita l’aveva unito a un amico per far luce sul proprio brutale assassinio per mezzo di quest’ultimo. Ciò che tra gli altri ci ha indotto a concentrarci su questo racconto è la vocazione all’azione degli spettri che sono di fatto docenti nei confronti dei vivi, discenti, e usano i vivi per attuare i propri piani di vendetta/giustizia anche presiedendo, come in questo caso, agli eventi chiave e risolutori.

Oltre ai 12 racconti di fantasmi di Nodier questo libricino tascabile presenta due appendici. La prima riporta uno straordinario racconto dello scapigliato Remigio Zema che con La confessione postuma ci svela un originale gusto del macabro e del soprannaturale; la seconda ci propone una resa a fumetti della pellicola espressionista su Nosferatu. Troviamo che l’idea di rendere graficamente questa storia sia eccellente; alla bontà dell’idea però purtroppo non corrisponde un’adeguata qualità della stampa che (semplicemente per il suo essere in dimensioni ridotte) sacrifica il respiro e la resa del bel tratto di Gianni Grugef.

Della stessa collana abbiamo letto Olio di cane di Ambrose Bierce

Titolo: La monaca insanguinata
Autore: Charles Nodier
Editore: Coniglio editore
Dati: 2010, 82 pp., 10,50 €

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