Un’altra tessera nel mosaico siciliano di Simonetta Agnello Hornby

Abbiamo amato “La mennulara” e, ancor più, “La zia marchesa“. Forse proprio perché siamo stati stregati dalle due eroine di quelle storie non siamo riusciti appieno ad amare Agata, la protagonista de “La monaca” ultimo romanzo di Simonetta Agnello Hornby.

Leggiamo in alcune interviste di come l’autrice abbia subito il fascino della vita monacale e dei conventi (ne ha visitato moltissimi proprio durante la stesura di questo romanzo); in effetti sono proprio le pagine che indugiano sulle descrizioni dei chiostri, dei giardini, dei semplici uffizi che riempivano la vita delle monache durante la prima metà dell’Ottocento che convincono e rapiscono. Capiamo che il lavoro di ricerca e metabolizzazione debba essere stato profondo e accurato, si percepisce nettamente.

Così come si assapora, letteralmente, la dedizione che l’autrice (nata in Sicilia) sente verso il suo paese d’origine (quello che sente di definire come la propria madre terra) nell’attenzione che essa pone ai dettagli della lingua e nell’importanza che la lingua stessa (il siciliano in questo caso) riveste nella vita quotidiana così come in quella dei sentimenti (delle radici, della coerenza, della caparbietà) e nettamente si contrappone all’italiano, in misura minore, e al napoletano, con forza.

Quello che invece sfugge, o lascia in una spiazzante indifferenza, è la personalità dell’eroina, di Agata, una ragazza che s’oppone, alla maniera delle eroine di Jane Austen le cui avventure divora durante la monacazione forzata, al proprio destino di figlia senza dote. Sembra che lotti, sembra che resista ma ci pare che ogni suo tentativo di ribellione sia in qualche modo da lei stessa spento: subisce l’educazione in primis, subisce l’amore di un uomo impavido, di una madre prigioniera della società; subisce la monacazione, subisce la malattia, la depressione, e si ribella infliggendo a se stessa punizioni dure, anche corporali. E questa, simbolicamente, è forse la sua vera reazione. Non staremo a svelare le sorti di Agata nel tentativo, dettato forse da una eccessiva empatia, di giustificare con l’epoca e il tempo questa sensazione di “staticità”. Consigliamo invece la lettura di questo romanzo che, certamente, contribuisce ad arricchire di un articolato tassello il mosaico narrativo che, negli anni, Simonetta Agnello Hornby sta realizzando della sua Sicilia.

Titolo: La monaca
Autore: Simonetta Agnello Hornby
Editore: Feltrinelli
Dati: 2010, 296 pp., 17,00 €

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