La seconda anima di Plan B, rapper e soulman

Il mio amato cellulare, del valore approssimativo di 29,90 euro inizia a illuminarsi come la Tour Eiffel nelle festività natalizie, in un qualsiasi martedì pomeriggio uggioso.

Stasera Plan B ai Magazzini Generali. Ti va di farmi compagnia? Fammi sapere.

Mittente, un amico che di musica ne sa, forse anche più di me. Maledicendo la mia tesi di laurea che mi impedirà di muovermi di casa per raggiungere Milano mi chiedo chi sia Plan B, il cui nome non mi è nuovo, ma che non mi fa venire in mente neppure un accenno di melodia.
Abbandono per un attimo pagina 75 delle sudate carte, lasciando il cursore a crogliarsi su un espressioni idiomatiche coniate a partire dalla lingua francese, per una breve ricerchina sul web. Premesso che se il mio amico fosse un tantino più in alto nella piramide sociale a quest’ora mi avrebbe denunciato, tacciandomi di wikileaks-ismo e fatte le debite scuse per le crisi di diarismo adolescenziale che si impossessano di me ogni volta che sto scrivendo un pezzo nuovo, entriamo nel vivo di The Defamation of Strickland Banks, nuovo – ma neppure troppo – album dell’inglese Plan B.

Chi è Plan B. Plan B è un ragazzo inglese, cresciuto nell’East End, salito alla ribalta mediatica con un primo album, Who Needs Actions When You Got Words, tanto osannato dalla critica quanto snobbato dal pubblico, a giudicare dal numero di copie vendute. Un album che, su strumentali solide ma fuori dai canoni, non disdegnando l’utilizzo di strumenti dal vivo, lanciava strofe dal significato per nulla velato. Questo era Plan B, nella sua opera prima. Plan B era questo prima di decidere che un cambiamento sarebbe stato interessante e prima di incidere un secondo disco, The Defamation of Strickland Banks, che suona come la versione aggiornata al 2010 del Motown Sound anni ’60.

Come un rapper, neppure dei più “tranquilli”, decida di darsi al soul, lo spiega lo stesso artista in diverse interviste, evidenziando nel primo Plan B una sola delle sue sfaccettature artistiche e non escludendo di cambiare ancora genere nel prossimo album.

Quando poi cambiare genere in modo così radicale si accompagna a rimanere del tutto credibili dal punto di vista del risultato finale, allora ci troviamo davanti ad un artista che merita un po’ d’attenzione.

The Defamation of Strickland Banks è un album che si allontana dai canoni stilistici dell’hip-hop anche nella sua forma, quella di un concept album che segue la storia del fantomatico Strickland Banks, soul singer britannico in ascesa, incarcerato a causa di reati che non ha commesso, di cui veniamo a conoscere la vita, prima e durante il carcere. Uno sforzo interessante quello di Plan B, che ha già annunciato un EP che seguirà questo album, una sorta di bonus album con le deleted scenes che il regista cantante non ci ha voluto mostrare.

Temo che il mio amore per i concept album possa avere leggermente pregiudicato la mia capacità di valutare in modo obiettivo, ma ad essere onesti non è che nell’obiettività io ci creda più di tanto. Se una cosa è bella è un conto e se mi piace è un altro. Per il bene dei lettori spero di avere abbastanza buon gusto da proporre spunti interessanti. In caso contrario sopportatemi.