Le cose in Italia sono andate male “…por ahora”. E in Venezuela?

Provate a immaginare che, all’improvviso, qualcuno bussi alla porta della vostra casa. Si tratta della polizia che scorta tre persone con pochi averi impacchettati alla buona. Quelle persone vi sono state “assegnate” dal governo. Anzi, sono state assegnate loro alcune stanze della vostra casa. Perché? Perché è venuto fuori che non sono occupate da nessuno e quella gente dorme in strada.

Problema risolto.

Immaginate ora che nel vostro quartiere ci sia un locale che ospita una radio comunitaria, uno spaccio di prodotti biologici, dei corsi di formazione autogestiti (di panificazione, di cucito, ecc.) finalizzati al reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro e all’emarginazione della delinquenza minorile. Degli spazi in cui discutere insieme, tutti, della situazione, delle scuole allo sbando, dei diritti negati, e insieme agire, concepire ipotesi di trasformazione della realtá.

Questi e mille altri volti ha il Venezuela: la giornalista e scrittrice Geraldina Colotti avvicina la sua lanterna ad alcuni di essi in tredici reportage ed entra nelle carceri in corso di “umanizzazione” svelandone le dinamiche sommerse che tuttavia resistono al “proceso” innescato dal Presidente Chávez. Entra nei collettivi femministi della capitale che lodano il governo per aver potenziato la presenza femminile all’interno delle istituzioni, per aver legiferato in efficacemente contro la violenza di genere e che si autodefiniscono senza retorica “rivoluzionarie”.

Il Venezuela ha mille volti e un solo “líder”: Hugo Chávez Frías, epigono del “líder maximo” Fidél Castro. L’autrice sottolinea l’aura conflittuale, dualistica, che circonda il Presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela: da un lato egli viene percepito come l’ennesimo “caudillo” latinoamericano (soprattutto in Europa e negli Stati Uniti sovvenzionatori dell’opposizione), dall’altro l’iconografia popolare lo celebra come l’ennesimo santo latinoamericano. Incontra l’opposizione, gli anti-chavisti, coloro che ritengono che Chávez abbia inasprito i conflitti del paese, sottolineando il fatto che la violenza di strada sia aumentata in modo esponenziale a partire dal suo insediamento.

Nel libro viene riportata la celebre intervista che lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez fece a Chávez nel 2000, alla fine della quale Márquez descrive Chávez come “Un uomo assistito da una fortuna tanto ostinata da offrirgli la possibilità di salvare il suo paese; ma anche un illusionista che potrebbe passare alla storia come un nuovo tiranno”.

Nel ripercorrere la parabola che dal “Caracazo” (la durissima repressione del governo socialdemocratico di Pérez che costó la vita a 3000 persone durante le manifestazioni contro le proibitive politiche di austerità) ha portato al primo tentativo di insurrezione dell’allora tenente colonnello Chávez, fino alla presa del potere con le regolari elezioni del 1997, l’autrice mantiene una visione “naturalista” cosí da poter offrire ai lettori lo spazio per riflettere e per ragionare sui quadri di vita reale da lei osservati.

Quando Chávez compare in televisione per assumersi le responsabilità del fallimento dell’insurrezione, si riserva, tra le righe, l’opportunità di ripetere l’esperienza giustificando con un profetico “por ahora” l’esito negativo dell’operazione. Infatti il secondo tentativo riuscirà, un politico che mantiene le promesse viene premiato dal popolo.

Il “proceso” bolivariano in Venezuela è in atto, un’ipotesi di “altro mondo possibile” prende vita supportata da oltre metá della popolazione venezuelana; il 7 Ottobre 2012 si svolgeranno le elezioni presidenziali e un’altra pagina della storia del paese verrá scritta.

Quando i compagni venezuelani domandano all’autrice a che punto siamo in Italia, questa risponde che le cose sono andate male… “por ahora”.

Titolo: Talpe a Caracas. Cose viste in Venezuela
Autore: Geraldina Colotti
Editore: Jaca Book
Dati: 2012, 181 pp., 16,00 €

Acquistalo su Webster.it