Chi è Mark Twain?

Sono pazzo, ma questo non vuol dire che non abbia ragione! (M. T.)

Per celebrare il centenario della scomparsa di Mark Twain (Florida, 30 novembre 1835 – Redding, 21 aprile 1910) pubblichiamo in esclusiva su queste pagine un estratto da Who is Mark Twain? (HarperStudio) una raccolta di 24 tra saggi e racconti di Twain medesimo pubblicati in inglese nel 2009 e ancora inediti in italiano.

“Chi è Mark Twain?” è la domanda che lo scrittore, in occasione di una sua conferenza, sentì si ponevano due persone dinanzi al programma della manifestazione. Ebbene, chi fosse Mark Twain, celebre per le avventure di Tom Sawyer e di Huckleberry Finn, si coglie perfettamente da questo suo Ogni volta che sto per pubblicare un libro: ironico, brillante, caustico.

Enjoy!

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Ogni volta che sto per pubblicare un libro, avverto un impaziente desiderio di sapere di che libro si tratti. Naturalmente, potrò scoprirlo solo quando i critici avranno pubblicato le loro recensioni. Saprò però, in anticipo, quale sarà il verdetto del grande pubblico, poiché possiedo un metodo sicuro e semplice per accertarmene. Che è questo – nel caso vi interessi saperlo. Faccio leggere sempre il manoscritto ad un mio gruppo di amici, composto come segue:

1. Un uomo e una donna senza alcun senso dell’umorismo.
2. Un uomo e una donna con un senso dell’umorismo medio
3. Un uomo e una donna con un prodigioso senso dell’umorismo
4. Una persona dal forte senso pratico
5. Una persona sentimentale
6. Una persona che deve trovarci una morale, e uno scopo
7. Una persona ipercritica – naturalmente portata a individuare i difetti e le mancanze
8. Un entusiasta – persona a cui piace tutto e qualsiasi cosa, all’incirca
9. Una persona che osservi gli altri, e applauda o condanni con la maggioranza
10. Una mezza dozzina di ragazzi e ragazze dall’intelligenza vivace – non altrimenti classificati
11. Una persona che adori le espressioni dialettali e le confidenze impertinenti
12. Una persona che le detesti
13. Una persona con un giudizio perfettamente equilibrato
14. Un uomo che si addormenta di continuo

Queste persone rappresentano accuratamente il grande pubblico. Il loro verdetto prevede infallibilmente il verdetto del grande pubblico. Non ce n’è uno fra loro la cui opinione sia per me priva di valore; ma l’uomo da cui maggiormente dipendo – l’uomo a cui guardo con la più profonda apprensione è quello che si addormenta di continuo – colui che ha più influenza nel farmi decidere se pubblicare il libro o bruciarlo. Se si appisola entro i primi quindici minuti, brucio il libro, se resta sveglio per tre quarti d’ora, lo pubblico – e lo pubblico con la massima fiducia, pure. Perché l’intento delle mie opere è intrattenere; e facendo mettere comodo quest’uomo su un sofà e cronometrandolo posso dire con minima possibilità d’errore quale sarà il mio grado di successo. Il suo verdetto mi ha fatto bruciare molti libri – cinque, per l’esattezza.

Sì, come ho detto prima, so sempre in anticipo quale sarà il verdetto del grande pubblico, ma non so mai quale sarà quella del critico di professione finché non lo ascolto da lui. Può sembrare qui che io faccia una distinzione, può sembrare che separi il critico di professione dal consorzio umano. Ma non è questa la mia idea. Egli è parte del pubblico; rappresenta una parte del pubblico, e la rappresenta di diritto, ma è la parte minore, lo strato più sottile – la parte superiore, quei pochi che sono critici e selettivi. La crosta del pasticcio, per così dire. O per cambiare immagine, egli è Brillant-Savarin, è Delmonico, a un banchetto. I cinquecento convitati pensano di sapere se il banchetto sia buono o cattivo, ma non lo sanno con assoluta certezza; finché Delmonico non fornisce le prove dell’esperto. Allora sanno. Sanno, cioè, fino a quando Brillant-Savarin non si alza a capovolgerne il verdetto. Dopodichè, non sanno quello che sanno, generalmente. Ora, nella mia piccola giuria privata, non ho nessun rappresentante di questa crosta esterna, dei pochi eletti, la minoranza critica del mondo; di conseguenza, pur essendo capace di predire in anticipo se il grande pubblico riterrà il mio libro buono o cattivo, non posso mai dire se davvero lo è finché i critici professionisti, gli esperti, non avranno parlato.

Così, come ho già detto, aspetto sempre con ansietà il loro giudizio. Sul mio ultimo libro ora gli esperti hanno formulato il loro verdetto. Naturalmente penserete che questo mi abbia tranquillizzato. No, vi sbagliate. Sono preoccupato quanto prima. Vi sorprende? – e pensate che vaneggi? Aspettate, e leggetene la prova, e vedrete da soli che è di una natura sconcertante. Sarò onesto: non riporterò citazione alcuna che non sia genuina; non altererò o correggerò il testo in alcun modo.

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Traduzione di Alessandra Spirito
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