Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi

Voici mon secret. Il est très simple: on ne voit bien qu’avec le cœur. L’essentiel est invisible pour les yeux. (Antoine de Saint-Exupéry, Le Petit Prince, capitolo XXI)

Aviatore leggendario, “poeta-grafico”, Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944) è a tutt’oggi uno degli scrittori francesi più famosi e celebrati al mondo. Il suo Piccolo Principe è universalmente conosciuto e tradotto in centodieci lingue. E poi Pilota di guerra, Terra degli uomini, Cittadella. è quasi scontato: si può essere bambini, adulti, sognatori o meno, ma ciascuno di noi ha certamente letto qualcosa nato dalla penna dell’avventuroso narratore francese. Saint-Exupéry era uno spirito esuberante e vivace, amava l’avventura e vi si tuffava a capofitto, in picchiata, direi, e attorno alle sue avventure e alla sua vita tutta si ricama da sempre, o almeno dal giorno della sua misteriosa morte.

Che poi tanto misteriosa non è, almeno non secondo noi, visto che Saint-Exupéry era un pilota d’aereo durante il conflitto mondiale, mestiere quantomeno rischioso. Comunque, siccome la curiosità è caratteristica principe dell’uomo, non possiamo esimerci dall’essere attratti da questo agile volume di Jean-Claude Perrier, edito da Cavallo di Ferro, il cui titolo (fedele traduzione dal francese) è tutto un programma: I misteri di Saint-Exupéry.

Potrebbe essere la desiderata soluzione ai diversi (e numerosi, e ben congegnati) misteri che ammantano Saint Exupéry; e ci predisponiamo a una lettura che ha tutto il sapore dell’inchiesta letteraria, dell’archeologia letteraria, come dichiarato dall’autore stesso, densa di rimandi alle testimonianze, ai testi, ai manoscritti, ai documenti, ai ritratti. E ci lasciamo coinvolgere dalla sensazione che eventi e ricerche siano capaci di svestire il nostro pilota letterato del suo berretto e della sua giacca da aviatore per lasciarlo in maniche di camicia, un po’ imbarazzato, a riflettere sull’avidità dei parenti, sulle dicerie intorno alla stesura americana e frettolosa de Il Piccolo Principe, sul suo soggiorno forzato a Montréal, sulle sue doti da seduttore.

Una fotografia del 1942, in cui Antoine sorride di un sorriso disincantato e toccante, apre il sentiero di una storia che ha tutti gli elementi dell’intrigo politico e che ci racconta un Saint-Exupéry preoccupato, irritato, costretto a un soggiorno di fatto “forzato” a Montréal da un complotto ai suoi danni che definisce “gaullista”.
Una lettera scritta a quattro mani con la sua fidanzata della giovinezza Loulou dipinge il ritratto di due giovani innamorati: l’una dal piglio deciso e pragmatico, l’altro, Antoine, leggermente immaturo e col “bisogno che lo si scuota un po’”.

In realtà quello che, man mano che l’indagine prosegue (devo dire in maniera lineare e con una vena che ha anche del narrativo), scopriamo è che la frase in copertina è in qualche modo un dolce inganno giacché recita “Il libro sul papà del Piccolo Principe che ha scandalizzato la Francia”. Ci chiediamo se i Francesi siano facili allo scandalizzarsi o se siamo piuttosto noi Italiani (e nella fattispecie io) a non scandalizzarci più dinanzi a nulla, però troviamo che queste ricerce e questi “rapporti” su Saint-Exupéry altro non facciano se non addolcire di tratti umani e, di conseguenza, imperfetti, i lineamenti già delicati di quel poeta che “una sera, accanto al fuoco nel deserto, raccontava semplicemente il suo albero” (Saint-Exupéry, Cittadella, X).

Titolo: I misteri di Saint-Exupéry
Autore: Jean-Claude Perrier
Editore: Cavallo di ferro
Dati: 2010, 160 pp., 16,00 €

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