Lo strano caso del Dottor Castoro

È difficile decifrare a quale genere cinematografico appartenga Mr Beaver. Di sicuro è più che appropriata la decisione dei distributori di specificare che NON si tratta di un film per bambini, come forse la presenza di un pupazzo avrebbe potuto lasciar immaginare. A dire il vero fin dalla sua prima comparsa, abbandonato in un cassonetto di periferia, Mr Beaver non ha affatto un’aria affettuosa né rassicurante. La sua sagoma vagamente minacciosa non lo candida come compagno ideale dei dolci sonni dei bambini.

Ma proviamo a raccontare questa storia che, senza dubbio, si presenta come una delle più originali partorite da Hollywood nelle ultime decadi.
Walter Black (Mel Gibson) ha una bella moglie (Jodie Foster), due figli ed è l’amministratore delegato dell’azienda che suo padre gli ha lasciato in eredità. La sua vita sembrerebbe invidiabile a molti ma Walter, invece, è caduto vittima di una violenta forma di depressione che gli aliena l’affetto e la stima dei familiari e gli sottrae ogni tipo di energia o vitalità.
Cacciato di casa dalla moglie, ormai esasperata, Walter si imbatte in una logora marionetta a forma di castoro e, spinto da un impulso irrazionale (o dalla volontà della marionetta?), la raccoglie e la porta con sé.

Dopo averla infilata quasi per gioco, Walter scopre che la marionetta non solo manifesta una propria volontà indipendente dalla sua, ma anche che è decisa a guarire Walter e a fargli recuperare tutto ciò che negli anni si è lasciato sfuggire.
La terapia di Mr Beaver – così pretende di essere chiamata questa strana creatura di peluches – sembra avere effetto: Walter riconquista il rapporto con il figlio minore, la stima della moglie e persino la leadership dell’azienda. Una bislacca favola a lieto fine? Assolutamente no. Il prezzo che Walter deve pagare è altissimo, e non solo perché Mr Beaver pretende che il proprio paziente non sfili MAI il pupazzo dal braccio, in nessunissima occasione. La verità è che Walter diventa schiavo della personalità dominante del castoro così come prima lo era della sua stessa depressione. Finché Mr Beaver non gli consiglia di liberarsi della sua famiglia e di vivere sereno insieme a lui. Non sono forse le aspettative deluse dei suoi cari a nutrire la sua depressione e il suo senso di inadeguatezza?

La trama, effettivamente, è piuttosto folle. Ma, a mio parere, avrebbe potuto essere uno dei più originali racconti fantastici contemporanei. Chi è Mr Beaver? Da dove viene? Chi è stato il suo precedente proprietario? Anche il colpo di scena finale da favola dark (non per niente già sperimentato dal maestro Andersen nella storia delle Scarpette rosse) si sarebbe inserito perfettamente in questo quadro.
Ma gli autori hanno voluto fare di più, suggerendo continui simbolismi moraleggianti vagamente psicoanalitici. Il focus quindi non è l’assurda e inquietante storia di un pupazzo dalla personalità alpha, ma la lotta di Walter Black contro la propria depressione. Questa scelta lo renderà forse un film più più interessante agli occhi di molti spettatori, ma ai miei appare invece un pasticcio poco riuscito.

Il film è sorretto dalla regia perfetta di Jodie Foster il cui sguardo acuto e intelligente è riconoscibile in ogni sequenza. Anche Mel Gibson si dimostra in grado di reggere dignitosamente un film basato quasi interamente sulla sua recitazione e, soprattutto, è capace di abbandonarsi coraggiosamente all’occhio impietoso della macchina da presa.
In bilico tra commedia grottesca, favola terrificante e racconto morale, Mr Beaver cerca, forse, di essere troppe cose tutte insieme, e, come spesso accade in questi casi, lascia una sensazione di incompletezza e confusione.
Per quanto non ami particolarmente le storie affollate di simbolismi più o meno espliciti, è anche vero che Mr Beaver ha il merito di suscitare nel pubblico una serie di domande e di suggerire riflessioni su argomenti che, probabilmente, ci mettono a disagio e che sono da sempre taboo per l’industria hollywoodiana.
Quanto pesa sulla nostra felicità l’immagine che gli altri hanno di noi? Perché è sempre più difficile trovare un equilibrio? Se i nostri genitori e insegnanti non ci avessero illusi che ogni cosa sarebbe andata sempre bene ma ci avessero preparati in maniera più realistica alla vita adulta, ci avrebbero resi meno fragili?

Ad ogni modo, anche solo per l’originalissima storia, per il taglio sincero e coraggioso e per la bella prova di regia direi che questo film merita una visione.
Per chi decidesse, comunque, di non vederlo riassumo il messaggio principale: nel caso trovaste una vecchia marionetta nella spazzatura NON infilatevela!

 

Mr Beaver (The Beaver), USA 2011
di Jodie Foster
con Mel Gibson, Jodie Foster, Jennifer Lawrence
91 minuti
nelle sale dal 20 Maggio 2011