Non l’ho letto ma mi piace – Ep. 12

Rubrica arbitraria, casuale e insindacabile di segnalazioni letterarie su libri che non abbiamo ancora letto, ma che comunque vi consigliamo. E se poi avessimo ragione noi?

“Poi un giorno me ne sono andata anche io come le foglie in autunno e come fece un giorno mia madre.” Eritrea, Ciad, Afghanistan, Palestina, Algeria, Bangladesh, India, Romania. Donne e uomini con radici lontane da qui e tra loro. Non l’ho letto, ma mi piace Radici, per diverse ragioni: perché l’ho sfogliato e sono rimasta impressionata dalla qualità del libro in sé e per sé; perché l’idea di unire diciassette voci, e diciassette storie, e diciassette diversità in un’unica radice per mezzo della lingua (anch’essa, quella italiana, a tutti comune ma per tutti diversa) è uno di quei sogni che raramente speri si possano realizzare; perché di questa nuova casa editrice condivido, tra gli altri, uno dei principi fondanti: attribuire alla generosa ingegnosità di un gruppo di dilettanti il valore che le è proprio: quello della crescita per mezzo della condivisione. Un libro interamente fatto a mano, dalla stampa serigrafica, alla cucitura fino alla rilegatura. E poi la storia, le storie di diciassette alberi: l’albero di Neem e quello degli antenati, l’albero delle banane rosse e quello del deserto, l’albero del dubbio e quello della paura… [Barbara Ferraro]
Amin Abbasi, Hassan Aboubaker, Amir Aidoud, Jesmin Akter, Mukta Akter, Malika Baouni, Resia Begum, Djikoloum Victoria Beinadji, Mossamad Razia Chowdhury, Catalina Donos, Beauty Hasina Akter, Mohamed Ibrahim, Ma’mon Khalaf, Kiran Sahna, Shahanaz Sarkar Nalee, Roxana Maria Sopirla, Shadamgul Zadran
Radici
Else, 40 pp.

È uscito ieri Scappare Fortissimo romanzo d’esordio del quasi sessantenne Stefano Moretti. Al centro della narrazione l’invenzione di una nuova vita dopo una passata a ricoprire il ruolo di manager di punta per l’ Infinite Power Limited (la più potente multinazionale nel settore dell’Aviation Marketing) e a inseguire l’amore dei ragazzi. Un romanzo anticonvenzionale e spregiudicato, dove i mezzi termini non esistono, eccessivo come solo le confessioni possono esserlo. Un libro con la vita dentro dunque, e questo, devo confessarlo, non può che incuriosirmi. Staremo a vedere. [Cataldo Bevilacqua]

Stefano Moretti
Einaudi, pp 444, € 24
“Ah, non può esserci l’amore dell’anima? Eppure io non vi ho amato per la vostra gigantesca persona! […] Dunque perché sono una nana devo tanto patire? Ma è mia la colpa dunque?”
Un giornalista, una giovane scrittrice. Nuoro, la Sardegna, le giornate morbide dei primi di settembre. È il 1891, Grazia Deledda non ha ancora vent’anni e il giornalista in questione è alto grasso biondo. Si trova a Nuoro per completare le dispense delle “Cento città d’Italia” dedicate alla Sardegna e chiede a Grazia un articolo sulla sua città. Alla lettera del 7 maggio 1891 Grazia risponde con una serie di fotografie e una prosa vivace, aprendo così un carteggio destinato a protrarsi, reciproco fino al primo incontro, poi tenuto in piedi solo da lei con volontà disperata. Le lettere raccolte in Amore lontano sono dense di sogni e tormenti. Risplendono dell’intensità del sentimento della ragazza e ne svelano paure e amore, desiderio di crescita intellettuale e senso d’inferiorità sociale (il giornalista biondo è un aristocratico sardo). Un epistolario dunque sotto forma di romanzo d’amore o viceversa. Di certo è la storia di una donna che sta coltivando il suo enorme talento, ma viene come sorpresa dall’aggressione del desiderio, dell’attrazione, dalla lucentezza rapace di “occhi tigreschi” che tornano e ritornano anche nella sua opera. [Maddalena Bonparola]
Grazia Deledda
Feltrinelli, 206 pp., € 14,50

Conosciuta soprattutto per She-Devil, versione cinematografica tratta dal suo romanzo Vita e amori di una diavolessa, Fay Weldon si addentra in un territorio scivoloso, a rischio banalizzazione e retorica, che pretende di collocarsi a cavallo tra realtà e immaginazione. Leggendo la trama, la mente corre veloce a 1984 di Orwell, anche se non sappiamo quanto il paragone sia appropriato.
Anno 2013. Un nuovo governo, una nuova tirannia, fondata su basi diverse di quelle a cui la Storia ci ha abituato… ma nemmeno troppo. E così, l’autrice racconta con ironia e leggerezza la fine delle ideologie e la morte del capitalismo, concentrandosi sulla sorte toccata a una scrittrice che dai fasti di una vita di successo finisce in miseria, una miseria materiale e morale, il cui unico rimedio è il rifugio nella fantasia. Grottesco, surreale, introspettivo: un mix di generi che ci fanno sperare in un’opera originale e avvincente. [Maria Nesticò]

Fay Weldon
Edizioni e/o, pp 304, € 18