Cartolina da un’epoca in cui l’Islam non faceva paura

Porto è una bellissima città, incastonata sull’ultimo tratto del Douro, poco lontano dall’Oceano Atlantico; il fascino dei colori e dei vicoli stretti del centro storico, che appartiene al Patrimonio UNESCO, si abbina alla ricchezza barocca delle chiese, alla moderna eleganza dei ponti, alla pacata industriosità della produzione di un vino di qualità conosciuto in tutto il mondo. Seconda città del Portogallo, fra le più antiche d’Europa e attualmente uno dei quattro centri urbani più importanti della penisola iberica, Porto è stata storicamente una potenza economica e una capitale commerciale; la sua aristocrazia mercantile finanziava le intrepide esplorazioni dei navigatori portoghesi e usava nelle case legni pregiati importati dall’Africa e dalle Indie.

Un monumento, fra tutti, rende ancora oggi riverente omaggio alla grandezza di questo passato: il Palácio da Bolsa. L’Associazione Commerciale di Porto avviò la costruzione del Palazzo nel 1842 per farne la propria sede centrale; i lavori hanno impegnato tre generazioni di mastri artigiani e decoratori, artisti dello stucco in trompe l’oeil, ebanisti con l’ispirazione al mosaico, architetti, scultori, scalpellini, pittori… Ogni sforzo e ogni cura sono stati dedicati a realizzare una sede degna della missione dell’Associazione: portare prosperidade e iluminismo nella comunità.

La visita del Palazzo è un piacevole viaggio indietro nel tempo, in un’epoca preziosa in cui il mondo appariva incredibilmente più grande e misterioso di quello che percepiamo oggi; ed è interessante riflettere sul fatto che, a conti fatti, sono state proprio le aspirazioni, l’intraprendenza e la voglia di rischiare degli associati riuniti in questo o in simili palazzi a muovere le coordinate della storia come noi le conosciamo: oltre le colonne di Ercole.

La visita guidata si conclude nella prestigiosa Sala Araba, realizzata in stile neo-moresco secondo il gusto per l’esotico e una certa fascinazione orientalista tipici del Romanticismo: si pensi alla passione per la chinoiserie dell’Art Déco franco-belga e del Modernismo catalano, alla predilezione della Secessione Viennese per l’Antico Egitto.

La calligrafia araba è usata profusamente come motivo ornamentale; gli artigiani che lavoravano al Palazzo si recarono appositamente nel sud della Spagna per trovare qualcuno che parlasse e scrivesse l’arabo e li aiutasse a preparare i calchi da usare. Non ci sarebbe, in fondo, niente di strano; se non fosse che la frase, elegantemente ripetuta all’infinito nella volta della Sala, recita: Allah salvi la Regina: la cattolicissima Maria II, che aveva donato all’Associazione lo spazio per edificare il Palazzo.
Significa che, fino a poco tempo fa, tutti sapevamo che Allah è solo uno dei nomi di Dio. Conviene forse tenerlo a mente, mentre sembra che in ogni angolo della civilissima Europa si covino inquietanti rivendicazioni su presunte origini cristiane ed evitabili riedizioni di certe perverse xenofobie novecentesche.

La Sala Araba a 360°

 

Palácio da Bolsa
Rua de Ferreira Borges, Porto (Portugal)
aperto tutti i giorni:
novembre – marzo 9:00 – 13:00 / 14:00 – 18:00
aprile – ottobre 9:00 – 19:00
www.palaciodabolsa.pt