Storia del Presidente partigiano e del Fumettista irriverente

23 febbraio 1933
A sua eccellenza il Presidente del Tribunale Speciale
La comunicazione, che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore, mi umilia profondamente.
Non mi associo, quindi, a simile domanda, perche’ sento che macchierei la mia fede politica,
che piu’ della mia stessa vita, mi preme.

Il recluso politico, Sandro Pertini

Più che un’esposizione delle opere di Andrea Pazienza, “Paz e Pert” è una mostra su Sandro Pertini, a oltre vent’anni dalla sua morte.
La levatura politica, e prima ancora umana, di Pertini – riconosciuta da tutti, indipendentemente dallo schieramento ideologico – fa apparire ancora più piccoli e meschini i politicanti d’oggi. Che (chi l’avrebbe mai detto!) ci fanno persino rimpiangere la Prima Repubblica.

E in questa fase storica da basso impero, in cui l’Italia si accinge a festeggiare i 150 anni della sua unità, la mostra rende omaggio a uno dei personaggi che l’Italia (quella che doveva essere) l’hanno fatta. E a uno dei suoi cantori più irriverenti: il fumettista e pittore Andrea Pazienza.
Ospitata nel neo-restaurato Palazzo Incontro, situato emblematicamente alle spalle del Parlamento, la mostra si divide su due piani, corrispondenti a due diversi periodi dell’arte di Pazienza: il primo, sfacciato, pungente  e dissacrante; il secondo,  disincantato e rassegnato.
La vita di Pertini segue idealmente lo stesso percorso: la giovinezza, la reclusione, l’esilio, i lavori umili, la condivisione di ideali con uomini del calibro di Filippo Turati e Antonio Gramsci. Ma soprattutto l’incrollabile fede politica e l’amore per il Paese.
C’è poi il periodo della Presidenza della Repubblica di Sandro Pertini, questo piccolo uomo, così benvoluto, poco avvezzo al cerimoniale e così vicino alla base (toc toc, signori politici d’oggi! Di destra e soprattutto di sinistra, vi dice ancora qualcosa la parola “base”?).  E subito dopo lo sdegno e il distacco dall’attività politica, colpita dagli scandali e dalla corruzione e da una progressiva e pericolosa – oggi lo possiamo dire con forza! – perdita di ideali.

Cosa abbiano in comune Paz e Pert, ce lo dice subito il fumettista: «Caro Pres, se anche alcune di queste paginette t’hanno fatto arrabbiare, seppure non te ne è piaciuta manco una, se mai abbi a pensare che mi sono approfittato di te, oppure, peggio di tutto, non ti sei riconosciuto nel mio pupazzetto, sappi che comunque, anche qui dai sobborghi della giovane Italia, ti si vuole un gran bene. Tuo Paz». L’Italia e la politica dunque. E una qualche stima reciproca.
Pazienza, creatore di antieroi per eccellenza, personaggi (si pensi a Zanardi) cattivi per definizione, privi di qualsiasi altra connotazione che non sia la cattiveria fine a se stessa, e “bacchettatore” dei politici contemporanei, riserva a Sandro Pertini un trattamento assai diverso.

Rispettoso, pur nella sua irriverenza, Paz tratteggia Pert con devozione e ammirazione e ne diviene, nella finzione,  il luogotenente. Dedica al Presidente partigiano un intero libro di strisce indimenticabili, in cui Paz e Pert se ne vanno in giro per ameni luoghi (Salsomaggiore terme, la Val Camonica, ….) a combattere il nemico: e alla fine vincono sempre. Ad alcune memorabili tavole è riservato il primo piano della mostra.
Legenda vuole, e noi ci vogliamo credere, che Pertini ricambiasse questo “amore”. È Storia, comunque, l’ammirazione che in questi suscitò la prima mitologica vignetta a lui dedicata, sulla copertina del “Male”, in occasione del rapimento di Fabrizio De André. Pertini ne chiese una copia omaggio e invitò persino i suoi autori a un incontro al Quirinale. Pazienza, come riferì più tardi con grande disappunto,  non ne seppe nulla e mancò l’appuntamento.
Il secondo periodo artistico di Pazienza (e il secondo piano della mostra), ci regala un Sandro Pertini ancora imberbe, accompagnato da una stella (riferimento al luogo di nascita del Presidente) che gli racconta l’Italia quarant’anni dopo la Resistenza: un covo di politici inetti e corrotti, un periodo di decadenza morale e civile, laddove l’unica protagonista resta l’indifferenza.
Le strisce di questo periodo sono amare. Ridi, ma sotto sotto sai che c’è ben poco da stare allegri…


La Fondazione Sandro Pertini
di Firenze ha contribuito alla mostra con una serie di documenti storici, lettere, foto d’archivio, immagini dei giornali d’epoca, che raccontano il personaggio pubblico e l’uomo Sandro Pertini, perché, come urlavano  le femministe negli anni della contestazione, oggi più che mai il “privato è politico”.

Paz e Pert – Sandro Pertini e Andrea Pazienza

a cura di V. Mollica, M. Pazienza, S. Caretti, M. Mengoni
Civita e Caffè Fandango
Palazzo Incontro
Roma, via dei Prefetti 2
Biglietto: Intero 6 €, ridotto 4 €
Dal 7 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011

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