Contro il logorio della vita moderna? Perturbazione, grazie

Archiviate le feste e i pranzi pantagruelici è necessario a un certo punto tornare a una sorta di normalità, dimenticare il limbo natalizio e darsi nuovamente da fare.

Ed ecco che i Perturbazione mi servono su un vassoio d’argento l’occasione di poter ricominciare. È vero, sembra un inizio d’anno scoppiettante da un punto di vista discografico: tanti gli annunci di album in uscita e numerosi sono i leak già disponibili in giro di gruppi più o meno attesi. Ma è da un po’ di tempo che volevo parlare della band torinese ormai giunta al sesto album (Del Nostro tempo rubato,  che consta di ben 24 tracce), anche questo posizionato sugli ottimi livelli dei precedenti confermando la buona vena autoriale dei sei. La location del concerto è tutta particolare. Per questa prima tappa del nuovo tour i Perturbazione hanno scelto la Fondazione Pomodoro. Tra opere d’arte e installazioni se ne nota subito una particolare: il palco, soggetto di tante canzoni della band. Tutti’intorno e sul primo e secondo piano delle balaustre che orizzontalmente percorrono l’enorme capannone il pubblico, giunto numeroso a questo happening.

Effettivamente un’aria particolare si respira, da performance, non sembra il solito concerto rock. E mentre coi compari che mi hanno accompagnato in questo primo concerto del 2011 scambiamo le consuete quattro chiacchiere ecco che i nostri calcano la scena e iniziano proprio con un pezzo del nuovo disco, Esemplare. Una scelta tranquilla, intima, quasi a voler accogliere discretamente i proprio ospiti nel salotto buono. E mentre ancora mi sto ambientando, mentre il vociare lentamente svanisce in sottofondo, i Perturbazione fanno capire che non stanno a giocare per niente.

Boom, parte Nel Mio Scrigno, uno dei miei pezzi preferiti a richiamarmi e a farmi capire che è lì lo spettacolo e che per stasera le opere d’arte possono dormire sonni tranquilli.  I Perturbazione inanellano consecutivamente una serie di hit (da Portami via da qui sto male – meravigliosa cover dei Belle & Sebastian – a Battiti Per Minuti, da Agosto a Il Senso della Vite), tutte cantate e “partecipate” intensamente dal pubblico presente, che ti fanno pensare, dopo appena dieci canzoni: “E adesso, cosa faranno?”. Niente, loro semplicemente continuano a sfoderare ottimi pezzi, magistralmente eseguiti e sentiti (vogliamo parlare della voce di Tommaso o della grazia eterea di Elena o degli intrecci di chitarre di Gigi e Cristiano?). Le canzoni nuove si presentano ben vestite proprio come quelle più anziane. Una vera e propria ovazione accoglie Mondo Tempesta (che sarà, a quanto dice Tommaso, il nuovo singolo), Del Nostro tempo rubato (questa canzone merita un discorso a parte, forse un giorno scriverò qualcosa solo per  “lei”, per il momento basti sapere che a me la gola si stringe veramente), Buongiorno Buonafortuna e Cimiterotica che chiude il concerto. Ma il bis è d’obbligo, mancano ancora alcune canzoni, il pubblico le vuole e i Perturbazione lo sanno. E giù allora I Complicati Pretesti del Cuore, Mao Zeitung, Mi Piacerebbe e Leggere Parole, cui è affidata la calata del sipario.

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Perturbazione – Mondo Tempesta by AtlantideZine

C’è poco da fare, ascoltare i Perturbazione dal vivo fa bene al cuore, davvero. Ti si stampa un sorriso idiota sulla faccia e vai a dormire con quello, consapevole che  domani, anche se c’è la nebbia e al lavoro di sicuro ti romperanno i coglioni, sarai comunque contento. Ieri infatti hanno suonato i Perturbazione e lo hanno fatto quasi fosse stato esplicitamente e solamente dedicato a te.