Colle lettere si fanno le parole. Colle parole tutto

Un libro coraggioso come certe parole vere e inospitale come certi bagni pubblici. Un libro che leggerlo è difficile ma non si riesce a smettere di voltarne una pagina dopo l’altra alla spasmodica ricerca di un segno di conforto per i nostri occhi feriti e partecipi.
Le prime frasi, le prime parole, aprono un baratro sul cui ciglio è arduo stare in equilibrio: chi incomincia a leggere lo sa. Il rischio dell’empatia c’è tutto. E la protagonista soffre.

Ma nell’universo candito dell’indifferenza e dell’apparenza sarebbe finalmente il tempo di accettare l’orrore e la crudezza di certe realtà che, per quanto distanti dalle nostre, sono pur sempre tali.

E, diamine!, sì, è una storia, ma la lingua di Sapphire (Ramona Lofton), il suo incedere sferzante non può non essere vero; non è semplice colmare la distanza ideale tra la fantasia e la realtà; leggendo un romanzo lo si sa per statuto che si tratta di una storia. Con Precious te ne dimentichi e ti indigni e piangi.

Claireece Precious Jones è nera, grassa, ha diciotto anni ma trascurata e brutta com’è ne dimostra trenta. Precious è semianalfabeta, è cocciuta, ingenua. È alla mercé di un padre che la stupra da quando ha facoltà di memoria e di una madre che, ottusa, la ritiene unica colpevole di quell’incesto oltre ad abusarne essa stessa.
Precious va a scuola ma a 16 anni deve smettere di farlo perché per la seconda volta è incinta di suo padre. La prima bimba (down) l’ha avuta a 12 anni, sul pavimento della cucina di casa sua a Lenox Avenue 444, Harlem, mentre la madre la picchiava con una padella sulla testa. “Sono una tele senza le figure, sono rotta senza il cervello”.

Povera, emarginata, assolutamente sola, Precious è ostinata, vuole imparare a leggere e scrivere; è curiosa, desidera avere una possibilità in più rispetto al restare “una macchia di unto nero da lavare via”. Si iscrive quindi a una scuola di recupero e lì incontra Miss Rain che le insegnerà a scrivere incitandola a tenere un diario. È il primo passo di una dolorosa discesa agli inferi: con parole spezzate e incerte Precious racconta e smarrisce. Tratteggia un quadro di violenza che pare senza fine né tantomeno uscita. Eppure tra quelle parole smozzicate ne fioriscono alcune compiute di orgoglio e rivalsa “colle lettere si fanno le parole. Colle parole tutto”.

Da questo libro è stato tratto un film (diretto da Lee Daniels) che ha vinto due premi Oscar nel 2009, per la Miglior Sceneggiatura originale e per la miglior attrice non protagonista. Il 15 giugno nella straordinaria cornice della Basilica di Massenzio al Foro Romano, per chi volesse avere un assaggio della produzione di Sapphire, che, all’epoca di Push (titolo originale di Precious), è stata accolta dalla critica come “uno dei migliori debutti degli anni Novanta”, Valeria Solarino leggerà alcune sue poesie inedite.

Titolo: Precious
Autore: Sapphire
Editore: Fandango libri
Dati: 2010, pp. 174, 16,00 €

Acquistalo su Webster.it