Quali sono le serie tv in onda in questa primavera 2013? #spring13tv

A uso e consumo dei fedelissimi lettori di AtlantideZine una breve quanto utilissima panoramica di tutte le serie tv in onda nella stagione primaverile 2013. Naturalmente quando scriviamo “in onda” non ci riferiamo alle tristi e sconsolate emittenti italiane (per non parlare delle produzioni…), ma cerchiamo di allargare lo sguardo il più possibile anche se inevitabilmente sono USA e UK a farla da padrone. In definitiva parliamoci chiaro, ci rivolgiamo a quegli utenti che hanno familiarità con cose come µTorrent, Pirate Bay, EZTV, Podnapisi e via dicendo. E naturalmente il nostro più sentito ringraziamento va ai valorosi ragazzi di Itasa e Subs Factory.


Game of Thrones, HBO (terza stagione, 10 episodi, 31 marzo)
La serie più attesa di questa primavera, se non dell’intera stagione 2013. La guerra continua ad imperversare, così come le infinite macchinazioni politiche fatte di alleanze e matrimoni combinati. La minaccia dal Nord si fa sempre più concreta, e dall’altra parte del mondo la bionda Khaleesi in esilio ha dei draghi, e non ha certo paura di usarli. Nessun appassionato di serie televisive degno di questo nome si sognerebbe mai di perderne un solo episodio.

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Mad Men, AMC (sesta stagione, 13 episodi, 7 aprile)
Don Draper e soci, ancora una volta tutti impegnati a ripetere i soliti errori. Il fantasma della guerra del Vietnam e la rivoluzione dei costumi in arrivo. Alla sesta stagione i personaggi sono rodati e la formula ormai collaudatissima. Forse troppo collaudata, inizia a perdere mordente: fino ad oggi non diciamo di essere delusi ma neanche entusiasti.

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Veep, HBO (seconda stagione, 10 episodi, 14 aprile)
Dopo il sorprendente ed acclamato esordio della stagione passata, la satira politca di Veep continua a raccontare le vicende della vicepresidente Selina Meyer e dei suoi tentativi di ottenere peso politico e visibilità dopo le elezioni di metà mandato. Consigliato a chi, non sufficientemente divertito dalle assurdità della politica di casa nostra, vuole passare una mezz’ora a ridere anche di quella degli altri.

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The Village, BBC One (prima stagione, 6 episodi, 31 marzo)
La vita in un piccolo villaggio inglese di inizio novecento raccontata in modo ammirevole dalla BBC. Non molto spettacolare e non così semplice da seguire, ma dategli una chance guardandovi il pilot.

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Orphan Black, BBC America (prima stagione, 10 episodi, 30 marzo)
Sarah Manning, emo-punk desiderosa di mettere ordine nella sua vita, assiste al suicidio della propria sosia, e decide di assumerne l’identità. Ma questo è solo l’inizio, e la vicenda diventa rapidamente parecchio più complicata. Thriller fantascientifico con sconfinamenti nell’horror e nel poliziesco, narrazione tutta di corsa senza pause di riflessione. Puro intrattenimento, non troppo raffinato, ma risultato ben al di sopra delle aspettative. E alla fine ti cattura.

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The Americans, FX (prima stagione, 13 episodi, 30 gennaio)
Le vicende di Elizabeth e Philip Jennings, una coppia di agenti del KGB infiltrati da 15 anni in territorio americano per operare, in piena guerra fredda, sotto la copertura di una canonica famiglia americana. Spy story con abbondanza di travestimenti e gadget vintage e, allo stesso tempo, family drama: fino a che punto la fedeltà alla madre patria e all’ideologia può prevalere sulle emozioni? Miglior esordio dell’anno.

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Vikings, History Channel (prima stagione, 9 episodi, 3 marzo)
La storia di Ragnar Lothbrok, leggendario condottiero, e dell’espansione ad occidente dei popoli scandinavi che diede inizio all’epoca vichinga. Visivamente appagante tanto nei costumi quanto nelle ambientazioni evocative. Battaglie avvincenti, tanta avventura, e il fascino innegabile della mitologia norrena fanno di Vikings, nonostante non sia un capolavoro di scrittura, una bella storia che si lascia seguire con piacere. Merita.

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Hemlock Grove, Netflix (prima stagione, 13 episodi, 19 aprile)
Un trucido omicidio sconvolge una piccola cittadina della Pennsylvania. Licantropi, vampiri, personaggi grotteschi, nomadi rom, adolescenti deformi e liceali turbati sono gli ingredienti di questo confusionario horror prodotto da Eli Roth, con troppi debiti nei confronti di Twin Peaks e neanche una briciolo della sua verve. Il primo episodio, diretto dallo stesso Roth, non invoglia certo a proseguire la visione degli altri dodici. È pur vero che provare non costa nulla.

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Rectify, Sundance Channel (prima stagione, 6 episodi, 22 aprile)
David Holden, reo confesso per lo stupro e l’omicidio della sua fidanzata ai tempi del liceo, viene scarcerato dopo 19 anni passati nel braccio della morte a causa di nuove prove che ne invalidano la sentenza di condanna. Dramma introspettivo, dedito all’esplorazione dello spaesamento di David in un mondo che non conosce più e della difficoltà del reinserimento in una società ostile. Con la prospettiva di un nuovo processo che aleggia minacciosa. Promette bene, speriamo mantenga.

Defiance, SyFy (prima stagione, 12 episodi, 15 aprile)
Ambiziosa saga ambientata in un futuro non troppo lontano, il cui esordio è accompagnato dall’uscita di un videogioco omonimo, idealmente complementare nella costruzione dell’universo fantascientifico della serie. Il pilota mette in mostra tanti stereotipi e getta le basi per una trama davvero poco originale. Roba per adolescenti, purché non troppo esigenti, o per chi non può proprio fare a meno di una dose settimanale di alieni ed è disposto ad accontentarsi di quello che passa il convento.

Da Vinci’s Demons, Starz (prima stagione, 8 episodi, 12 aprile)
Fumettone fantasy ad ambientazione storica, racconta le avventure di uno spavaldo Leonardo da Vinci venticinquenne, tra conquiste amorose, il servizio alla corte dei Medici, sette segrete, libri magici e gli intrighi politici del Rinascimento italiano. Senza prenderlo troppo sul serio, e avendo lo stomaco di sopportare una buona dose di smargiassate e luoghi comuni, si può guardare, anche solo per riderne.

In The Flesh, BBC Three (miniserie, 3 episodi, 17 marzo)
Grazie alla scoperta di un farmaco in grado di curare gli zombie, Kieren Walker, suicida tornato in vita durante una recente zombie apocalypse, si appresta a fare ritorno al suo paese nel nord dell’Inghilterra, affrontando il difficile reinserimento nella sua famiglia e l’ostilità della comunità. Zero azione e poco gore, mostra i non-morti ma parla di tutt’altro. Consigliatissimo a chi ha bisogno di disintossicarsi dopo una lunga stagione di The Walking Dead.

Top of The Lake, BBC Two/UKTV/Sundance Channel (miniserie, 7 episodi, 18 marzo)
Robin Griffin, giovane poliziotta, si trova coinvolta nella ricerca della dodicenne Tui, sparita qualche giorno dopo aver tentato il suicidio. Il maschilismo e l’ostilità dei colleghi e degli abitanti della piccola cittadina di Laketop non la aiutano nelle indagini. E il riemergere del suo passato complica le cose. Ambientazione inusuale, tra “rednecks” neozelandesi ed una comunità di recupero per donne vittime di abusi, ed il contorno stridente di paesaggi mozzafiato. Da vedere.

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La sterminata produzione americana offre anche un’altra manciata di serie, sia sui grandi network che sul via cavo, per cui io non nutro alcun interesse e di cui so poco o nulla, ma che sicuramente hanno, o possono trovare, degli estimatori.

Tra queste:

The Borgias, Showtime (terza stagione, 10 episodi, 14 aprile). Continua la storia della famiglia più dissoluta del Rinascimento italiano, ambientazione e soggetto ideali per intrighi politici, costumi sfarzosi e nudità da cable tv. AtlantideZine ne aveva già parlato in termini non troppo lusinghieri in occasione della prima stagione, un paio di anni fa. Passo.

Nurse Jackie, Showtime (quinta stagione, 10 episodi, 14 aprile). Non ho la minima idea di quale sia il soggetto di questa serie, però è arrivata alla quinta stagione, per cui magari è importante. Per quanto mi riguarda, continuerò a pensare a Edie Falco solo nei panni di Carmela Soprano e di Diane Whittlesey, secondina di Oz. Passo.

The Big C, Showtime (quarta stagione, 4 episodi, 29 aprile). The Big C si chiude con 4 episodi di un’ora ciascuno. Il seguito (relativamente) numeroso di appassionati non è stato sufficiente a garantire un’ultima stagione regolare. Poco male (per me, non per i fan): non mi ha mai incuriosito, non comincerò certo dalla fine.

Hannibal, TNT (prima stagione, 13 episodi, 4 aprile). La storia del giovane Hannibal Lecter. Mi interessa poco, ma visto l’argomento potrebbe essere un successone.

Bates Motel, A&E (prima stagione, 10 episodi, 18 marzo). La storia del giovane Norman Bates. Potenzialmente sacrilego.

Red Widow, ABC (prima stagione, 8 episodi, 3 marzo). Ennesimo remake di una serie nordeuropea. Sembra un ordinario thriller da broadcast network.

Arrested Development, Netflix (quarta stagione, 15 episodi, 26 maggio). Serie resuscitata da Netflix dopo anni. Immagino che per i fan della serie, dopo un’attesa così lunga, il 2013 possa tranquillamente concludersi il 26 maggio.

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Da segnalare, in calce a questa panoramica sulla programmazione primaverile, l’esordio dell’ennesimo nuovo grande produttore desideroso di azzannare una fetta del ricco mercato delle serie tv. È il turno, siore e siori, di Amazon! Si, proprio Amazon, noto a chiunque per essere il rivenditore di libri (ma ormai rivenditore di tutto ciò che su questo pianeta può essere legalmente rivenduto) più grande al mondo. Jeff Bezos — non contento di aver ottenuto questo modesto risultato e, si suppone, non appagato dalle palate di soldi accumulate fino ad ora — ha deciso che Amazon può e deve dire la sua anche sul mercato televisivo (che televisivo in senso tradizionale non è, ma in mancanza di adeguati neologismi bisogna accontentarsi delle vecchie categorie descrittive). Amazon assale il mercato con una strategia assai diversa rispetto a quella messa in atto da Netflix, altra grande novità di questo 2013, lanciando in contemporanea ben quattordici diconsi quattordici episodi pilota di altrettante nuove serie originali. Si tratta esclusivamente di commedie (una delle quali vanta la presenza di John Goodman, mentre un’altra, Zombieland, è la prosecuzione dell’omonima commedia demenziale) e serie animate per bambini, il cui primo episodio è disponibile gratuitamente sul sito di Amazon (precisamente qui, ma l’Italia, tanto per cambiare, è esclusa dal gioco. Tuttavia, i curiosi non avranno troppe difficoltà ad aggirare la restrizione geografica). La particolarità del modello di business sperimentato da Amazon consiste nel fatto che sarà il gradimento del pubblico a determinare quali e quante di queste serie riusciranno a vedere effettivamente la luce oltre il primo episodio, e quali saranno, invece, segate senza pietà e senza rimorso. Insomma, tutto demandato al giudizio degli spettatori e grande fiducia nel feedback della rete (perché la gente sanno! *groan*). Poi magari si rivelerà un cambio di paradigma epocale, chi può dirlo?

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