The file on Robert Siodmak

Capita a volte di essere la persona giusta nel posto sbagliato.
Ovvero, può capitare di essere uno straordinario regista del mistero ma di avere la sfortuna di lavorare nella stessa nazione, durante gli stessi anni e per la stessa casa di produzione di Alfred Hitchcock. E così, per quanto si possa essere talentuosi, si finisce per rimanere comunque oscurati dalla fama di un tale genio e, con gli anni, di vedere il proprio nome quasi dimenticato.
Dimenticare Robert Siodmak, ebreo tedesco rifugiato in America durante il nazismo, sarebbe un vero delitto, tanto per usare una metafora tematicamente appropriata. Siodmak, infatti, ha firmato alcuni titoli indimenticabili della storia del cinema noir, definendo un tipo di racconto che si distacca dal cliché e si concentra, invece, sulla psicologia dei personaggi e, soprattutto, sui loro sentimenti.

A partire dagli anni ’40, Siodmak porta sullo schermo storie audacemente complesse, come la splendida The killers, ma sorrette da sceneggiature impeccabili; storie in cui, spesso, nessuno è completamente colpevole e nessuno è completamente innocente.
Al modello di protagonista cinico e corrotto che imperversa in un certo cinema di genere anche europeo, Siodmak risponde con storie noir atipiche in cui, al contrario, il crimine è vissuto e narrato da personaggi che amano troppo o si fidano troppo.

Per chi si può diventare un ladro, un assassino, un baro? Per delle splendide femmes fatales, nella più classica delle soluzioni. Del resto, chi non sarebbe stato pronto ad uccidere per Ava Gardner in abito da sera? Eppure tutto quello che anche la stessa Kitty fa in The killers, lo fa per troppo amore. Oppure, al contrario, ci si può perdere per una donna talmente pura che il suo platonico innamorato è disposto a tutto pur di proteggerne il nome: non solo uccidere qualcuno ma farsi anche poi arrestare per il delitto commesso (The suspect, con un sempre straordinario Charles Laughton).

Certo non tutti quelli che amano o odiano si trasformano in assassini; ma Siodmak, con una certa ironia, ci mostra quanto ci si possa sentire colpevoli persino per aver compiuto un omicidio nei minimi dettagli, ma solo nella propria immaginazione, come succede al caro zio Harry con le sue nipoti. (Io ho ucciso!)

A Siodmak si deve anche la decisione, azzardatissima per l’industria cinematografica hollywoodiana dell’epoca, di proporre a Gene Kelly il ruolo di villain in un adattamento del romanzo di Somerset Maugham, Vacanze di Natale. Nonostante il parere fortemente contrario del suo agente, Gene Kelly accettò, cogliendo al volo la possibilità di partecipare ad un progetto filmico straordinariamente affascinante. Questa scelta rimarrà un caso isolato nella sua carriera, ma chi veda Vacanze di Natale può scoprire con i propri occhi come il carisma di Gene Kelly renda questo film praticamente perfetto.

Altre volte, però, può capitare di essere la persona sbagliata nel posto giusto.
Ovvero ci si può trovare per caso nell’ufficio del proprio collega ispettore di polizia e veder comparire una ragazza decisamente interessante che è venuta lì per denunciare un tentato furto. Così inizia Il romanzo di Thelma Jordon (The file on Thelma Jordon), 1950, ottima collaborazione tra il talento visivo di Siodmak e quello interpretativo della regina del noir, Barbara Stanwyck. Tra Clive e Thelma nasce un’attrazione fisica ed emotiva che fa dimenticare a Clive di essere marito e padre. Ma l’adulterio è solo il minore dei problemi di Clive perché, dopo pochi giorni, Thelma viene accusata di aver ucciso la vecchia zia miliardaria.

Chi è realmente Thelma? Un’assassina a sangue freddo e una cinica approfittatrice o una ragazza innamorata vittima degli eventi? Quella sera si trovava davvero alla stazione di polizia solo per caso? Clive e il pubblico devono scommettere su di lei, ma a rischiare tutto, naturalmente, è Clive che, in quanto procuratore legale, riesce a farsi affidare proprio l’accusa del caso Jordon. Per difendere Thelma dovrà fingere di volerla accusare ma commettendo volontariamente una serie di errori strategici che porteranno, invece, la giuria ad assolvere la ragazza.

Storia classica e al tempo stesso originale, in cui la verità – come accade nella vita – si trova nel mezzo, The file on Thelma Jordon è, ancora una volta, la storia di uomini e donne che amano troppo; che, pur essendo stati sedotti dal crimine, ancor di più lo sono dalla possibilità di riscattarsi. L’amore, quindi, è il vero protagonista dei migliori film di Siodmak;  forza irrazionale che degrada e rende capaci di ogni cosa, ma, allo stesso tempo,  unica forza spirituale in grado di redimere.

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