Federer in controtempo

Federer - Wimbledon 2012Non ricordo esattamente il momento preciso, ma era di sicuro il terzo set della finale di Wimbledon, dopo che Federer aveva fatto il break che lo ha portato a condurre per due set a uno in quel game decisivo durato più di quindici minuti. A quel punto, Roger si sentiva più sicuro, e quando ci si sente più sicuri inevitabilmente si gioca meglio, e si osa di più. Insomma, Federer serve, inizia a dominare lo scambio e ad un certo punto cambia l’impugnatura della racchetta, apre il telaio e tutti, compreso Andy Murray, si aspettano che stia per giocare una palla corta. Murray addirittura inizia a correre verso la rete, ma Federer, con la stessa impugnatura, gioca un dritto tagliato profondo che finisce nel mezzo dell’incrocio delle righe di fondocampo, nel lato sinistro. A parte il fatto che nessuno nel circuito gioca dritti vincenti tagliati – è praticamente un colpo in via d’estinzione, che probabilmente si estinguerà proprio con il ritiro dello svizzero – l’inversione che mette in scena è importante. Di solito i giocatori fintano di giocare un colpo profondo e poi eseguono una palla corta, cambiando impugnatura all’ultimo momento. Federer ha fatto il contrario, ha fintato di fare una smorzata per mascherare un colpo old fashion che è praticamente scomparso dai campi da tennis.

federer-wimbledon-2012Non solo Federer corre sulle punte, fluttua nell’aria, colpisce la pallina con grande potenza senza perdere compostezza ed eleganza e ha un tocco che proprio nessuno può avergli insegnato, ma ciò che lo fa amare, o meglio ammirare, è il fatto che va in direzione contraria a quella in cui va il tennis. Intendiamoci, non è che sia il custode di un tennis d’altri tempi: personalmente sono convinto che abbia beneficiato come gli altri degli sviluppi della tecnologia di racchette, corde, palline, superfici e preparazione atletica. Ma nello stesso tempo gioca colpi che gli altri hanno dimenticato. Insomma, Federer è come una sintesi ambulante del gioco attuale e di quello passato, una composizione di contrari, ed è proprio questa contraddizione ad affascinare tutti gli spettatori di tutti i campi da tennis del mondo.

Roger Federer - Championships - Wimbledon 2012Come giustamente Gianni Clerici ricorda da anni, non ha senso dire che si tratta del tennista migliore di ogni tempo. Anche in questo campo, vale il detto “storicizzare sempre”. Lo stesso Federer ha dichiarato il giorno dopo la vittoria di domenica che “non ha senso paragonare tra loro epoche totalmente differenti”. Da quando il tennis moderno ha assunto la sua forma attuale, all’incirca dagli anni ’70, Federer è il giocatore che ha vinto più tornei del Grande Slam. Certo, i record e le statistiche nello sport sono importanti e interessanti, ma l’ossessione per le classifiche e le gerarchie transtoriche dovrebbe essere ridimensionata. In fondo, basta ricordarci che in genere i giocatori così talentuosi e che prendono il presente del gioco “in contropelo” non vincono mai così tanto. E soprattutto, certamente complici le tante sconfitte contro Nadal (per cui ha versato anche lui lacrime copiose), il suo modo di giocare e di stare in campo riesce a far sì che non si riesca a odiarlo. Chi vince troppo non è mai molto amato, eppure, nonostante avesse vinto questo torneo già sei volte, e abbia sconfitto il giocatore di casa, domenica anche gli inglesi lo hanno applaudito e celebrato ancora, per la settima volta.

La grandezza di Federer è quella di aprire squarci di possibilità nello scorrere apparentemente necessario e irreversibile del tempo. Almeno nel tempo del tennis.