Se una mela (alias magnetosfera) al giorno addormenta la coscienza meglio allora che ci cada in testa!

Un distinto signore, fin troppo rivestito di solerte ‘materia grigia’, bombetta compresa, ha il volto occultato da una straripante mela verde che gli impedisce di vedere: la celebre tela di Renè Magritte è biblicamente intitolata Il figlio dell’uomo. Abbandonate all’istante la vecchia storia delle fette di prosciutto (tremendamente crudo) sugli occhi: a renderci ciechi è una mela e a seguire una proliferazione di consorelle, comprese quelle informatiche. All’origine di tutti i guai, dentro e fuori di noi, c’è il grande inganno di una magnetosfera (il campo elettromagnetico che circonda la terra) a forma di mela deliziosa  ma infida perché impedisce di vedere gli infiniti mondi. Da questa visione ‘schermata’ deriva un sapere cieco quanto assolutista e perciò ancor più disperato, e a seguire infinite distorsioni sistemiche e psichiche. Chiedetelo ad artisti, poeti, scienziati – ma di una scienza cosciente ed etica quindi eretica – e troverete conferme. Non sarà un caso se Magritte abbia scelto il simbolo del peccato originale per mostrare la condizione umana e svelare a un tempo arcani segreti universali. E non è neanche un caso che a riferirsi all’emblematico quadro sia stata Giuliana Conforto, scienziata e ricercatrice dal cognome che pare indicare una precisa missione umana, che di fatto assolve, nota per la sua ‘eccentricità’ rispetto a tutte le orbite percorse finora dalla scienza ufficiale: astrofisica prima, docente di meccanica classica e quantistica poi, oggi svelatrice del grande inganno della ‘matrix’, la matrice che ci intrappola e ci atterra rendendoci ostaggi delle nostre stesse illusioni ottiche e mentali; miseri mentali istigati e oppressi dalla paura, a vita, della vita e della morte.

Propagatrice di una scienza cosciente altrimenti definita organica, è stata ‘facilitata’ nel suo ardimentoso ‘salto quantico’ da alcuni fatti, quali aver avuto un papà che l’ha iniziata, guarda caso, allo studio del grande eretico arso vivo dalla Chiesa, Giordano Bruno. Nella storia familiare di Giuliana Conforto c’è poi anche un’eroina risorgimentale, una trisavola fucilata dalle guardie papaline che ha impresso sulla discendenza uno stile anticlericale, antiaccademico e antidogmatico. Al suo Progetto coscienza finalizzato all’utilizzo integrale del cervello dedica libri (L’ultimo è il Parto della Vergine) e conferenze. La più recente si è svolta presso la libreria Croce (a Roma nord, in via Pieve di Cadore. Trattasi di una libreria tutta al femminile, inaugurata da qualche mese con coraggiosa intraprendenza da Rossella Croce, una lunga tradizione libraria familiare alle spalle, e altre due socie).

Un’unica forza unisce infiniti mondi, ed è una forza intelligente, sosteneva il filosofo nolano Giordano Bruno, supportato non da giganteschi telescopi puntati aggressivamente verso il cosmo, ma dalla forza della visione interiore (il terzo occhio delle discipline orientali). In perfetta continuità con il sapere eretico di Bruno e la tradizione ermetica e alchemica, Conforto ha messo la fisica (con le sue leggi e parametri, ma soprattutto con ciò che accantona,  non prende in considerazione o rimuove dal proprio campo d’indagine), al servizio di un altro sapere; una cosmologia rivoluzionaria da cui discende un’utopia reale, un nuovo umanesimo, un nuovo modello sociale, un’etica naturale che non ha bisogno di religioni e annienta i poteri tradizionali, la ‘videocrazia’, ovvero il sistema di pensiero che si basa sulla visione in ottico e fa credere che questa che ci appare sia la realtà, unica e sola.

Accade che il velo illusorio che circonda la terra, la sua magnetosfera, la grande mela si stia squarciando; anche i campi magnetici solare e interplanetare si stanno modificando, tutto evolve e si trasforma; le porte finora sbarrate si stanno aprendo. La scienza ufficiale però continua a propagare una conoscenza che si basa “sull’osservazione esclusiva del campo elettromagnetico che è quello che vediamo ed è solo il 4% di tutta la massa calcolata che scambiamo per il tutto. È una ricetta dichiarata all’unanimità dall’astronomia: ma i telescopi hanno visto solo il 4% di tutta la massa esistente”. Insomma la scienza costruisce i suoi paradigmi a partire dalla luce, da ciò che vede, scartando tutto il resto. Eppure, specialmente quando siamo al buio, c’è un universo vivo e vibrante attorno, un organismo unico di cui siamo parte. Esiste una forza che i fisici conoscono e chiamano impropriamente ‘debole’ (perché non agisce sui metalli e sugli strumenti, ma sugli organismi sì) e non prendono in considerazione: è la stessa forza di cui parla Giordano Bruno, la forza intelligente che crea infiniti mondi; l’Eros che crea la vita.

Poiché considera solo il visibile, la nostra quindi è una scienza cieca con pesanti conseguenze a cascata. Ma, come profetizza Montale nella poesia Ho sceso dandoti il braccio, giorno verrà che “le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede” non costituiranno più il nostro orizzonte mentale. “Abbiamo purtroppo la mente inchiodata a credere che la realtà sia solo quella che vediamo, mentre quella che vediamo è una pura illusione”, afferma Conforto.  Indovini, profeti, poeti dell’antichità erano ‘ciechi’ al mondo apparente perché la vista interiore non si depotenziasse. “Di noi due, le sole vere pupille sebbene tanto offuscate, erano le tue”, scrive Montale elogiando la cecità della moglie ‘Mosca’: chi resta abbagliato dal mondo fenomenico, non sviluppa la coscienza.  Grazie alla percezione di chi non si ferma alle apparenze, abbiamo notizie di ciò che sta accadendo: “Tutto sembra procedere secondo il disegno malvagio del nuovo ordine mondiale: il controllo, la dipendenza, la paura. Tanti governi sono al servizio di poche lobby: armi, cemento, industria farmaceutica, informatica, agroalimentare; c’è il dominio di pochissimi a livello mondiale”. Intanto però la coscienza dei poveri si va facendo strada a livello planetario; le scoperte scientifiche, malgrado tutto ciò che c’è di rimosso, aprono le porte ad altri mondi in noi e fuori di noi. Le neuroscienze, ad esempio, hanno svelato che il cervello umano è uno e trino. La materia ‘grigia’ che passava per essere la parte ‘evoluta’ e brillante è ben poca cosa rispetto alla materia ‘bianca’ che “osservata con la risonanza magnetica funzionale mostra di essere fatta di fili,  non comunica con l’elettricità, non è bipolare”.

La forza di cui parla Giordano Bruno “è stata scoperta negli anni ’70 e unisce non solo la materia che vediamo ma anche quella che non vediamo perché le particelle sono state trovate. Questo fiume impetuoso di particelle, lo stesso di cui parlava Eraclito, sono i bosoni che ci attraversano sempre, possono smuoverci, forse commuoverci”. A differenza dei neutrini, particelle materiali o fermioni caratterizzate dall’esclusività, “i bosoni sono particelle messaggere, stanno in cento migliaia su una punta di spillo, sono ovunque come gli angeli”. Messaggeri di cosa? Della forza elettrodebole che, a dispetto del nome, opera nel cuore di ogni corpo, anche nell’atomo, dal grande al piccolo in conformità con le tesi di Ermete Trismegisto, e crea la vita. È forse la magica pioggia d’oro, stratagemma attraverso il quale Giove si accoppia con Danae, raffigurata da Tiziano in almeno sei diverse versioni. “L’elettromagnetico che vede l’astronomia è solo il passato. Il futuro dal punto di vista delle equazioni c’è. Il grande difetto della fisica è che manca il presente”, sostiene Conforto. Invece il cervello umano se valorizzato oltre il grigiore della materia grigia, è in grado di progettare, di sviluppare doti di creatività e intuizione, di andare oltre i limiti convenzionali della fisica di spazio e di tempo. La ‘mela’  che “sta circolando sul web come un nuovo paradigma”,  si trova alla periferia degli universi, è sempre un campo bipolare e ci tiene incollati alla visione duale, separata, finita. Ed è questa mela che tuttora l’astronomia ‘mangia’ e scambia per realtà. Ma poi cosa sia la realtà, che cosa sia il tempo nessuno lo sa davvero: il tempo lineare è un’invenzione giudaico-cristiana che ci inchioda alla mortalità, ai limiti e alle paure; il tempo della fisica è calcolato su una frequenza, quella del Cesio, un metallo immutabile; i ritmi fisiologici invece sono variabili, legati a quelli astronomici; la danza nucleare ha ritmi differenziati, da molto lenti fino a quelli mossi e vorticosi nell’istante sublime che unisce gli amanti. Gli esseri umani incondizionati e perciò evoluti hanno sempre avuto sentore dell’illusione. Scriveva ad esempio Carl Gustav Jung (psichiatra, psicoanalista, antropologo svizzero): “Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Se’ o dell’Anima dell’uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo”. Come ha sempre sostenuto la mistica indiana.

Il tempo, sia esso delle chiese o dei mercati finanziari o quello controllato dalle scienze spaziali, è creazione che soggiace al campo elettromagnetico, la mela ( ormai avvelenata e velenosa) che ci avvolge. Lo squarcio gigante ci mostra però cosa significa ‘mangiare la mela’: credere al passato, ai limiti, ignorare che la magnetosfera terrestre ci intrappola “in un doppio schermo al plasma, uno schermo in 3D che ci fa vedere un film”. Un ologramma vecchio e superato. I segnali arrivano da ogni parte: “il campo magnetico terrestre sta diventando quadripolare, il sole è multipolare e sta mandando tempeste magnetiche enormi, il 90% del cervello non comunica con l’elettricità che è bipolare”. Un’energia ‘oscura’ pervade tutto l’universo ed è anche nel cervello umano;  si manifesta quando siamo a riposo, nei sogni, nelle sensazioni preveggenti; è nel cuore della terra; è in noi come coscienza. I buchi dello spazio tempo che i fisici chiamano singolarità o wormholes così come i chakra (i plessi o centraline d’energie dei sistemi yogici) distribuiti nelcorpo fisico sono porte di passaggio tra mondi.

Stando così le cose, può mai essere che un dio ci abbia cacciati dal Paradiso per una mela? “No, è l’io che si identifica con la materia grigia, la mente minore” a essersi cacciato da solo in un gran brutto guaio, precipitando nella trappola della materia. Il paradigma della separazione ha prevalso e  ci siamo privati dei modi per comunicare con l’eternità: né dei né angeli popolano più la volta celeste. E poi: quale cielo osserviamo e quale terra immaginiamo a livello convenzionale? Un cielo vecchio, trascorso, morto. A seconda delle frequenze scelte, l’immagine della terra cambia: non è più sferica, non ha gravità e ruota più lentamente. Se restiamo schermati dalla mela, siamo fermi all’orizzonte del passato: illusione ottica, culturale, antropologica, strumento di potere per religioni, apparati politici e finanziari. “Noi crediamo che la realtà sia quella che vediamo nella veglia attiva”, spinti dalle convinzioni della materia grigia, il cervello rettiliano che ci tiene a galla ma ci condiziona anche molto. Il cervello emozionale legato alle ghiandole endocrine è bloccato dalla paura. La materia bianca posta in condizioni di funzionare può restituire all’uomo un posto d’onore nella danza cosmica.  Se la natura squarcia la magnetosfera, se sparisce l’orizzonte consueto, se si dimostra che il cielo attuale è uno schermo, potremmo vedere finalmente cosa c’è oltre, altri mondi e forme di vita predetti da Bruno,  e allora il palcoscenico di questa rappresentazione rugosa crollerà. Non sarà una catastrofe, neanche la fine del mondo o una delle tante bufale mediatiche; sarà solo l’Apocalisse, ovvero la rivelazione, il vero Natale dell’uomo inteso come nascita della coscienza. A quel punto che ce ne faremo di un dio che prima ha creato il sesso e poi inibisce e controlla chi lo fa; o di un dio che  imprigiona la donna o si manifesta in forme perverse, crudeli, atroci sui deboli? Sparito tale dio, sparisce il denaro, sparisce il debito e anche il tempo, il sistema collassa: la scienziata Conforto ne è certa. Anche  Gesù l’ha detto e sta scritto nei Vangeli: il sole si oscurerà, e la luna non darà il suo splendore, e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scrollate. La mela che ci cadrà in testa non sarà  la stessa di Isaac Newton: servirà a risvegliarci dal lungo letargo, dagli inganni della mente, a uscire dalla vita uterina, nascere a noi stessi per accedere ad altre leggi fisiche, un altro stato psichico. Siamo noi le mani degli angeli. Il regno dei cieli si trova  nella nostra testa.