Manifesto della felicità: dalla società dell’avere a quella dell’essere. Tra Stato e mercato, vince l’utopia del possibile

le cose migliori partono dal basso. Dal basso sono sorti movimenti no global o gruppi di dissenso in Rete. Occorre dotarsi di una bussola per scongiurare il pericolo di ciò che si è stati, si è e si può diventare: monadi di consumo. Il Manifesto per la felicità di Stefano Bartolini ci vuole esseri in relazione aperti alla possibilità. “La società relazionale è possibile perché il Novecento è finito”.

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