Eden, un rifugio alla fine di tutto

C’è qualcosa di piacevolmente anacronistico nell’accingersi a scrivere un articolo il cui tema è la copertina di un album rock, o pop. Io, onestamente, non ricordo quale sia l’ultimo disco che ho comprato e men che meno mi viene in mente un’immagine del suo artwork. Evidentemente non era nulla di speciale, verrebbe da dire ed è probabilmente vero, ma il motivo credo che risieda soprattutto nel fatto che la rivoluzione digitale degli ultimi anni ha sgrassato la musica degli orpelli grafici, forse rendendola più essenziale; ora c’è soltanto più il brano e null’altro, ma, come nella cucina, mangiare senza grassi significa anche mangiare cibi noiosi e poco saporiti e spesso per nulla interessanti. Il contenuto musicale, per assurdo, non sembra aver tratto alcun giovamento dal quasi totale smarrimento del suo legame con i sensi della vista e del tatto. Il disco non è più un oggetto di cui avere un’esperienza complessa, mentre i grandi album del passato si ricordano anche per le magnifiche copertine che li accompagnavano, che facevano, anzi, tutt’uno con essi.

I Subsonica hanno deciso di fare un passo a ritroso nel tempo – e con questa breve recensione siamo ben felici di seguirli – decidendo di dare una veste grafica importante al loro nuovo album intitolato Eden. L’hanno fatto mettendo il progetto nelle mani di un collettivo di giovani artisti torinesi che operano uniti sotto il moniker Truly Design. I nostri – Emanuele “Rems182” Ronco, Marco “Mach505” Cimberle, Rocco Emiliano “Ninja1” Fava e mauro “Mauro149” Italiano – sono quattro ex-graffitari di Torino e zone limitrofe che negli ultimi anni hanno deciso di dare un valore commerciale alla loro arte. Non si è trattato di una svendita – termine che capita di sentire ancora troppo spesso nel mondo “duro e puro” della street art – ma del gesto intelligente di chi vuole vivere di ciò che sa fare meglio e che più di tutto lo rappresenta. I numerosi progetti a cui il collettivo Truly Design si è dedicato sono molto vari e vanno da alcuni murales realizzati per il Politecnico di Torino o per il Mirafiori Motorvillage, alle magliette Superfreak, alla realizzazione del logo e dell’intera veste grafica del PicTurin Festival – di cui ho già scritto in un precedente articolo –, passando per molteplici mostre personali e collettive, fino ad arrivare alla recente realizzazione della copertina, del design e del graphic concept di Eden.

Un albero bianco campeggia nel mezzo di una stanza altrettanto bianca – un letto bianco con lenzuola bianche, un armadio bianco –; un appartamento urbano che si potrebbe definire triste se non fosse proprio per quell’intrusione vegetale disegnata all’angolo tra due pareti e attorno alla quale esplode una nuvola cromatica che sporca splendidamente lo scarno mobilio. È un Eden metropolitano, umano, in cui il nome stesso del giardino biblico è riprodotto con una scritta al neon e dietro alle foglie appaiono un traliccio dell’elettricità e un aereo. Il Paradiso Terrestre è ovunque vogliamo che sia, sembrano suggerirci i quattro artisti, ma siamo noi a dover mettere mano, pennelli e creatività per dargli forma.

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