Goethe Muore

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Potrebbe essere difficile individuare Goethe Muore tra gli scaffali di una libreria: quegli scaffali che sembrano cedere sotto il peso di tomi autobiografici che si attestano intorno alle novecento pagine, quasi sempre posizionati con la copertina in bell’evidenza a nascondere tutto ciò che sta dietro, e che accolgono, sotto l’imponente scritta “Impossibile non leggerli” che campeggia in alcuni settori di famose catene librarie, le opere, pur sempre dignitose, di Saviano e Gramellini, tanto per dirne due. Così, per riuscire a scovare quel centinaio di paginette che Adephi ha deciso di regalarci, per la nostra delizia, occorre impegnarsi, e leggere, dopo aver sollevato e rimosso quei tomi da novecento pagine, il dorso dei libri, giustamente collocati di taglio, a partire dalla lettera B, fino ad arrivare a Bernhard Thomas. Un’attività di ricerca, sempre consigliata (metti il caso che poi ci  si imbatta in un autore sconosciuto), che verrà ripagata dal piacere della lettura di questo piccolo grande tesoro  che, se per caso ce ne fosse bisogno, riconcilia con la letteratura. Perché le poche pagine di questi quattro brevissimi racconti (Goethe muore; Montaigne. Un racconto; Incontro; Andata a fuoco. Relazione di viaggio a un ex amico) è come se fossero mille pagine di riflessioni sulla condizione umana, sui metodi educativi, sul decadimento della società, sulla filosofia e sulla letteratura,  trattate con la vena satirica che contraddistingue lo stile di Bernhard, e l’ironia che si trasforma in dramma e lamento con l’assillante ripetizione delle parole. Racconti legati da un filo comune rappresentato dall’ossessione che i protagonisti manifestano verso un sistema educativo oppressivo che trova fonte indifferentemente nei propri genitori e nella patria (Germania o Austria nazionalsocialista che sia), in un crescendo di denuncia che trova riscontro nell’esperienza dell’autore contenuta nei suoi cinque romanzi autobiografici (L’origine. Un accenno; La cantina. Una via di scampo; Il respiro. Una decisione; Il freddo. Una segregazione; Un bambino).

Thomas Bernhard

Il primo racconto vede protagonista Goethe che negli ultimi giorni della sua vita (una vita e una storia reinventata da Bernhard) ha il solo desiderio, quello che lo renderà l’uomo più felice della terra, di incontrare colui che ritiene il suo legittimo successore: Wittgenstein; un desiderio osteggiato da tutti i suoi consiglieri, che non ritengono il filosofo del Tractatus logico-philosophicus (quello stesso Tractatus che Goethe custodisce sotto il cuscino) all’altezza del poeta (un pensatore austriaco! per di più), e che non verrà esaudito per una tragico evento. Qui, Bernhard gioca con lo stile, riportando, con una serie di rimandi, ciò che altri hanno sentito da altri, con giochi di parole e rincorrersi di nomi in cui è facile incartarsi: In effetti Kräuter, così Riemer, ha tentato ancora più volte di dissuadere Goethe dal far venire Wittgenstein a Weimar, e del resto non era poi neppure sicuro, così Kräuter, che Wittgenstein sarebbe davvero venuto a Weimar, anche se a invitarlo era Goethe, il più grande dei tedeschi, giacché il pensiero di Wittgenstein faceva vacillare tale sicurezza, così Kräuter alla lettera; lui, Kräuter, così Riemer, aveva però usato […].  Nel brevissimo racconto però ad emergere è la satira che raggiunge il culmine nel momento in cui si dubita (lo ammette lo stesso Goethe) della genuinità dell’opera goethiana, che non soltanto ha il merito, o la colpa, di aver paralizzato per un paio di secoli la letteratura tedesca, ma altro non è che il frutto di un raggiro beffardo nei confronti del popolo tedesco: così questi tedeschi, che si prestano come nessun altro, io li ho imbrogliati ben bene.

La verve ironica di Bernhard, però, prende un’altra piega, cupa e penetrante,  nel secondo racconto della raccolta, nel quale i destinatari delle invettive del protagonista sono i genitori, rei di una condotta educativa a dir poco repressiva:

Se ti avvicini al pozzo ti ammazziamo di botte, mi avevano detto quando avevo quattro o cinque anni. Se entri nella biblioteca vedrai cosa ti succede, mi dicevano, e intendevano niente di meno se non che mi avrebbero ammazzato di botte. Così, da bambino di quattro e cinque anni, mi avvicinavo al pozzo sempre e soltanto di nascosto, e da adulto, si fa per dire, entravo nella biblioteca sempre e soltanto di nascosto. Loro mi avevano dato a intendere che al pozzo avrei perso l’equilibrio e ci sarei precipitato dentro, senza possibilità di salvezza. E mi avevano sempre dato a intendere che nella biblioteca e in certi libri ben precisi, non dicevano esplicitamente libri filosofici, avrei perso l’equilibrio e ci sarei precipitato dentro, senza possibilità di salvezza.

Così, l’unico rifugio clandestino rimane la biblioteca della torre, e l’unica scialuppa di salvataggio la filosofia di Montaigne, autore di riferimento e ispiratore di tutta l’opera di Bernhard. La letteratura e la filosofia come unici strumenti che rendono l’uomo libero e pienamente realizzato.

Portrait of Montaigne (detail)

Ossessione, quella dei genitori e del sistema educativo, che ritorna ancora più prepotente in Incontro, in cui il racconto di un dialogo tra amici si trasforma in accorato monologo che nonostante il delirante crescendo dei ricordi del protagonista, si conclude con la frase finale dell’interlocutore che ribalta cinicamente ogni prospettiva.

Una foga accusatoria che nell’ultimo racconto prende di mira un altro simbolo della cultura oppressiva , quella ridicola Austria, di cui non vale la pena più parlare.

Temi ricorrenti, quelli di Goethe muore, che trovano conferma in altre opere di Bernhard e nella sua esperienza adolescenziale, come ne Il Freddo (letto in concomitanza), in cui Bernhard, ricoverato suo malgrado in un sanatorio per tubercolotici, cella per i suoi desideri e le sue inclinazioni, ha come unica via di scampo la poesia: esistevo soltanto quando scrivevo.

È lo stesso motivo per cui noi, comuni mortali, dovremmo leggere di letteratura e di poesia. La stessa ragione per entrare in libreria e cercare Goethe muore.

"Ghoethe muore" di Thomas Bernhard (cover)Titolo: Goethe muore
Autore: Thomas Bernhard
Editore: Adelphi
Dati: 2013 (1963), 111 pp., prezzo € 11,00

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