Maxxi: lo spazio in mostra

Complice una delle poche partite giocate dalla Nazionale di calcio, che immerge la città in un insolito stato di quiete, dissolvendo traffico e code, opto per un pomeriggio dedicato alla scoperta del MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo) aperto ufficialmente a fine maggio. Per propensione personale, ad attrarmi è più il contenitore che il contenuto.

Difatti la mia curiosità nasce prevalentemente dal desiderio di visitare la struttura progettata dall’architetto anglo-irachena Zaha Hadid e le mie aspettative sono ampiamente soddisfatte. Il progetto, ben integrato nel tessuto urbano circostante, occupa una spazio di circa 27 mila metri quadri nell’area delle ex caserme di Via Reni, nelle immediate vicinanze dell’Auditorium. La struttura, in cemento, vetro e acciaio, si sviluppa secondo volumi complessi, sovrapposizioni e curve, che guidano il visitatore, all’interno dell’edificio, lungo percorsi inaspettati fatti di scale, corridoi e pendenze. Lo spazio esterno, definito dall’alternanza di cemento e sassi bianchi,  supera il concetto di area di accesso, proponendosi quale spazio conviviale, allestito con sedie grigie (Dr. Yes di Kartell) disposte in piccoli gruppi. Una prospettiva piacevole dalla quale godere della vista del museo, sostando in libertà.

Quattro le esposizioni inaugurali attualmente in corso: Gino De Dominicis (L’immortale); Mesopotamian Dramaturgies, video installazioni di Kutlug Ataman; Dal razionalismo all’informale, raccolta di progetti, scritti, opere, foto che raccontano il lavoro dell’architetto Luigi Moretti; Spazio (collezioni di arte e di architettura del Maxxi).

Gli spazi espositivi, disposti sui tre livelli dell’edificio, si snodano secondo sequenze piuttosto originali, partendo già dall’esterno. Il visitatore viene accolto, nella piazza del museo, dall’imponente  installazione di De Dominicis Calamita Cosmica; nell’atrio, a pochi passi dalla biglietteria, l’ironica Mozzarella in Carrozza, dello stesso De Dominicis: un’elegante carrozza ospita una mozzarella, passeggero d’eccezione, collocata sul sedile posteriore. Le opere escono dalle sale e si mimetizzano con la struttura: nell’atrio l’installazione di Maurizio Mochetti Rette di luce nell’iperspazio curvilineo, quattro tubi rossi, sospesi con tiranti, che proiettano un fascio di luce rossa.

Sembra stia finalmente muovendosi qualcosa nel panorama museale romano. Dopo il Macro, prosegue il processo di modernizzazione attraverso uno spazio architettonico che non ospita semplicemente l’arte ma è esso stesso espressione artistica. Lo spazio diventa protagonista e, difatti, è su questo concetto che gioca l’allestimento permanente dei due musei di arte e di architettura. E non solo: un’area multifunzionale destinata ad accogliere eventi, workshop, laboratori e spettacoli (così come ci si propone nel “chi siamo” del sito ufficiale della fondazione).
Indipendentemente da un giudizio estetico, confido che la logica dell’“officina creativa”, possa portare ad una percezione meno “contemplativa” dell’arte, facendo del museo un luogo più facilmente fruibile (per quanto ancora lontano dall’interattività sperimentata in altre sedi europee). A tale proposito, permettetemi una tirata d’orecchie: 11,00 euro per il biglietto intero…!

MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni – Roma

Orari e biglietti

mar-dom 11.00-19.00
gio 11.00-22.00
intero: €11
ridotto: €7

2 thoughts on “Maxxi: lo spazio in mostra

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  • Luglio 16, 2010 alle 1:19 pm
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    Ebbbrava Grazia! Mi hai fatto sentire, da una parte, a casa, Mozzarella in Carrozza (quella vera, fritta e mangiata subito); dall’altra proiettato nel ricordo della visita del Guggenheim Museum. Questo Maxxi non sarà lo stesso, ma gli dò fiducia: non scommetto molto sull'”officina creativa” – troppo anglo e poco itali(d)iota – ma un “contenitore che si fonda con il contenuto” sarebbe già un bel traguardo, rispetto ai nostri imbalsamati e poco interattivi musei.

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