La mistica è nel corpo, quando c’è e quando non c’è. Un libro ci spiega perché

“Tutti gli uomini affermano che il loro dio è l’unico vero dio, eppure hanno tutti torto perché hanno tutti ragione”. (Aneni, Visir di Seth I)

Battiato, Dervisci, 2000 – 2010

La spiritualità è un istinto tra gli istinti, un “dono” biologico iscritto nella nostra storia evolutiva, un accadere straordinario che spezza l’andamento spazio-temporale lineare per mezzo del corpo più che della mente. Le esperienze mistiche richiedono un cambiamento di stato a livello fisico, avvengono quando c’è una sorta di salto quantico e la mente, imbarazzante despota, è messa a tacere. È quanto sostiene il neuropsichiatra Franco Fabbro, autore del libro Neuropsicologia dell’esperienza religiosa, edito dalla casa editrice Astrolabio, appena presentato nella capitale alla Casa del cinema nel corso della rassegna editoriale “Roma si libra”.

Il libro è una “misticanza” colta e godibile di tante cose insieme: opera antropologica e psichica; viaggio tra le tradizioni spirituali e le religioni del mondo; studio accessibile nel complesso e ancora misterioso ingranaggio che è il cervello; indagine rigorosa ma anche narrativa della neurochimica di sentimenti, emozioni, corpo, esito di un percorso double face, secondo l’efficace definizione dello stesso autore. Fabbro è infatti uno spirito eretico nel mondo accademico nostrano. Ha cercato e cerca attraverso una ricerca aperta e fluida di mettere in contatto ambiti di conoscenza distinti e distanti. Tutto è cominciato negli anni della formazione quando l’ “eretico”, oggi professore ordinario di neuropsichiatria infantile all’università di Udine, ha intrapreso studi di filosofia e teologia prima, di medicina poi.

“Facevo una vita double face – ha raccontato l’autore – di giorno studiavo medicina, la solita cosa per fare carriera e diventare professore”. Poi al calar del sole, il grande traffico segreto “con gli argomenti notturni, la teologia, la meditazione, l’esegesi biblica, il buddismo zen, la filosofia”. Specie la filosofia di Heidegger che ci ha insegnato a mettere in relazione il linguaggio, l’essere e il tempo. Un complotto “carbonaro” per superare la cultura della separazione e del dualismo applicato con crudele accanimento a ogni ambito dell’esistenza, come natura non crea ma civiltà occidentale esige. Fase diurna e notturna, per arrivare a una sintesi ardita: applicare  un metodo neuropsicologico a uno studio religioso.

La neuropsicologia, sia detto per inciso, studia i fenomeni psichici dell’uomo, ciò che accade a livello del sistema nervoso, ma anche le connessioni tra corpo e psiche. E il libro realizza l’intento di provare scientificamente ciò che i mistici hanno sempre saputo, e nella sua capacità di portare a unità campi di sapere differenti, sembra nato per stare nel catalogo della Astrolabio. “Psicologia clinica e spiritualità sono stai fin dall’inizio della storia della casa editrice i nostri due filoni editoriali per eccellenza – esplicita Francesco Gana, direttore editoriale dell’Astrolabio – e quando c’è stato proposto questo titolo sembrava fatto apposta per noi”.

Lo studio si compone di due parti, la prima indaga sul cervello religioso; la seconda, dal titolo “neuro sentieri verso il sacro”, è come un gioco di rimandi continui in cui sfera del sacro, estasi e beatitudine sono viste alla luce delle varie tradizioni spirituali. Sono illustrate le tecniche mistiche, anche l’uso di sostanze e alimenti sacri, che le varie religioni utilizzano per indurre la trance. Si cerca di fare luce sulla relazione tra malattia, guarigione e spiritualità. Interessante è il capitolo sul caso Dostoevskij che indaga i rapporti tra epilessia e religiosità. Per Salvatore Aglioti, del dipartimento di Psicologia dell’università “La Sapienza” di Roma, intervenuto alla presentazione, “la religione ha a che vedere con l’evoluzione. Tutte le culture umane hanno un istinto al sacro. Negli studi contemporanei il problema è sempre più sentito. Esiste una qualche ragione della tendenza al misticismo? Secondo una certa corrente, sì ma per un’idea molto semplice: perché dio esiste. Secondo un’altra corrente, la religione è un prodotto collaterale di questa evoluzione. Ciò che non era tanto noto né accettato finora, è che la religione e la mistica hanno a che vedere con la biologia. Si sta discutendo se gli animali abbiano esperienze religiose, nuclei di spiritualità”.

Il “talento spirituale” dunque non è un privilegio di un popolo, una razza, una cultura, né la “spremitura” d’olio extravergine in menti eccelse. È un’esperienza “corporale” e universale: “Alla spiritualità – dice Fabbro – non ci si avvicina con la mente, ma con il corpo. Il corpo ha a che fare con la spiritualità. Giochi di vertigine, danze, esistono in tutte le culture per avviare le esperienze mistiche”. Per intenderle occorre sragionare e coltivare lo stupore: “Non sappiamo cosa sia la realtà – precisa Fabbro – procediamo studiando cosmo, corpo, cervello, e più studiamo, più siamo all’oscuro, ma esperienze significative di realtà le troviamo in tutte le culture per mezzo del corpo, non della mente”.

Che ne è allora del fondamento razionale cartesiano e dell’andamento discorsivo del nostro mondo? Poche chiacchiere, verrebbe da dire. “Il linguaggio è un’arma potentissima, ma anche uno dei metodi più perdenti. Mente e linguaggio sono ambiti insicuri. Il corpo, no”. Il corpo sa tutto, per riprendere il titolo di un libro. Dal patibolo, alla malattia, all’estasi, vive e sa. È una trama di simboli, il corpo; la rappresentazione cifrata del mistero e della meraviglia sparpagliati nel cosmo. Presenti in noi, seppure “ragionevolmente” ignorati.

Titolo: Neuropsicologia dell’esperienza religiosa
Autore: Franco Fabbro
Editore: Astrolabio Ubaldini
Dati: 2010, 480 pp., 38,00 €

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