Il malato immaginario interpretato dal Teatro Stabile di Bolzano

Dal 7 al 19 dicembre Paolo Bonacelli, Patrizia Milani e Carlo Simoni hanno portato in scena a Roma, al Teatro Quirino, la piece considerata il simbolo dell’opera drammaturgica di Molière: Il malato immaginario.
La storia narra le vicende di Arcante, vero e proprio stereotipo dell’ipocondriaco, la cui condizione esistenziale viene rappresentata dall’autore con una pungente ironia. Il protagonista appare come una figura estremamente  sola che, tormentata da sintomi inesistenti, cerca invano conforto negli altri e si sottopone alle più improbabili cure anche se, in realtà, la sua unica malattia è una sfrenata paura di morire.

Fa riflettere la condizione esistenziale di un uomo che si scopre più vecchio di quanto in realtà non sia, innamorato di una moglie giovane e bella che cerca in tutti i modi di accaparrarsi le sue ricchezze; circondato da medici che sfruttano le sue paure infondate per arricchirsi. La commedia,  tra vari screzi, equivoci e colpi di scena, arriva ad una risoluzione decisamente originale, colpendo per i numerosi spunti comici dietro ai quali si cela un’amara riflessione sulla natura umana.

Tuttavia la rappresentazione proposta dal Teatro Quirino, che di solito mette in scena eccellenti esibizioni, ha un po’ deluso. L’interpretazione di Paolo Bonacelli non è del tutto convincente: si esaltano le potenzialità comiche del personaggio fino ad apparire eccessive e si dà l’impressione di tralasciare la tragicità della condizione di Arcante, fortemente sentita, invece, nell’opera di Moliere. Molti tratti dei protagonisti della storia sono troppo spinti verso una comicità popolare che risulta a volte mediocre e rende i personaggi fittizi e forzati.

In definitiva una rappresentazione che perde qualcosa dello spirito del testo originale a favore di una rilettura comica attualizzata e adattata per il grande pubblico che risulta, però, discutibile.
La scenografia è essenziale e catapulta bene lo spettatore nel contesto. Sullo sfondo coperto da un velo, colpiscono le figure che rappresentano i fantasmi e le ombre che perseguitano il protagonista.

Il malato immaginario è stata l’ultima opera di Molière che morì in scena interpretando proprio il personaggio di Arcante nel 1673.

Teatro Stabile di Bolzano
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Paolo Bonacelli,  Patrizia Milani,  Carlo Simoni
traduzione Angelo Dallagiacoma
scene Gisbert Jaekel
costumi Roberto Banci
luci Giovancosimo De Vittorio
regia Marco Bernardi