Silent Evolution. Arte sottomarina nel paradiso corallino

L’artista britannico Jason de Caires Taylor ha recentemente portato a termine un’opera tanto suggestiva quanto utile per l’inusuale ecosistema che la ospita. Si tratta di un enorme complesso scultoreo, intitolato Evoluzione Silenziosa, che, nell’autunno scorso, è stato installato a dieci metri di profondità nel Parco Marino Nazionale di Punta Cancun, Isla Mujeres e Punta Nizuz, nella regione caraibica del Messico, futura sede di un intero Museo Sottomarino, di cui l’opera di Taylor sarà la principale attrazione.

La sorprendente scultura pesa oltre 120 tonnellate ed è composta da 400 singole statue in cemento, sabbia e ghiaia, modellate a immagine e somiglianza di altrettanti abitanti dello stato centroamericano, rappresentando uno spaccato sottomarino della società.

L’opera che, come si è detto in apertura, non è stata realizzata con il solo intento artistico, ha una duplice funzione di estrema importanza ecologica. In primo luogo, dato che la scultura è facilmente raggiungibile dagli appassionati di immersioni e snorkeling, servirà ad alleggerire l’afflusso dei turisti alla vicina barriera corallina, che ne attira ogni anno oltre 750.000, un numero tale da mettere a serio rischio l’esistenza stessa di una porzione di mare tanto ricca di vita, quanto delicata. Inoltre, l’Evoluzione Silenziosa di Taylor, fungerà anche da base per la spontanea formazione di un ambiente simile a quello della barriera corallina, attraendo a sé una grande quantità di creature marine e fornendo così al Parco Marino un’attrazione unica al mondo, sia sul piano artistico che dal punto di vista naturalistico. Lo stesso Taylor, in un’intervista rilasciata al Los Angeles Times, ha tenuto a sottolineare che, nonostante la sua parte di lavoro sia terminata, l’installazione non lo è affatto. “La seconda fase – ha detto – dipende dagli artisti del mare che nutriranno, evolveranno e applicheranno all’opera la patina della vita”.

 

La realizzazione delle sculture ha richiesto diciotto mesi di intesa lavorazione, ma il risultato è sensazionale anche solo visto in fotografia: le sembianze iperrealistiche delle singole parti che compongono l’opera, un esercito di gente comune, sembrano tante testimonianze lasciate da una civiltà inabissatasi in un lontano passato, un’Atlantide che fa da specchio alla civiltà di superficie, armonizzandosi con l’ambiente sommerso, proteggendone e favorendone l’inestimabile esistenza.