Un raggio di Lux

C’è un incubo ricorrente nella vita di molti scapoli impenitenti: un ragazzino che si presenti dicendo: “Ciao, sono tuo figlio”. O, peggio ancora, per la legge del contrappasso, che sia una dolce fanciullina a pronunciare le temutissime parole.

È così che, grosso modo, precipitano gli eventi nella vita di Nathaniel Bazile (Kristoffer Polaha), Baze per gli amici: 32 anni, nessuna relazione fissa, nessun lavoro redditizio, nessuna idea sul suo futuro. La biondissima sedicenne che, una mattina solo all’apparenza uguale alle altre, ha bussato alla porta del suo loft, infatti, non è una girl-scout a caccia di spiccioli per la beneficenza, ma la figlia che Baze non sapeva di avere.

Lux (Brittany Robertson), però, non è lì per elemosinare una famiglia ma solo per estorcere al suo turbatissimo padre biologico una preziosa firma che potrebbe garantirle l’emancipazione legale e tirarla fuori dallo squallido vortice degli affidamenti e degli orfanotrofi che ha contrassegnato la sua breve, ma intensa vita. Baze, pur essendo quello che la maggior parte di noi definirebbe senza esitazione “un fallito”, è, però, un ragazzo dal cuore d’oro, e tra lui e quella bislacca ragazzina un po’ rude scocca subito la scintilla dell’affetto. O è il richiamo del sangue a ululare? Ma per far avverare il sogno di Lux c’è bisogno anche di un’altra firma, ovvero quella della madre biologica. Ed è in questo modo che, grazie alle informazioni di Baze, l’esterrefatta ragazzina scopre che sua madre è niente meno che uno dei suoi idoli, ovvero la star radiofonica Cate Cassidy (Shiri Appleby) di cui Lux segue fedelmente ogni singola trasmissione.

Baze e Cate non si frequentano più da molti anni e sono diventati praticamente degli estranei, ma i due si ritrovano, per tacita intesa, all’udienza per l’emancipazione di Lux. Ma il giudice minorile invece di concedere a Lux l’indipendenza, ne dispone l’affido congiuntamente ai due genitori naturali. Per quanto chi scrive ignori i dettagli della legislatura americana in fatto di minori, la decisione appare piuttosto inverosimile, tuttavia, ricordandoci che siamo all’interno di un testo televisivo e non nella vita reale, siamo pronti a mostrarci un po’ indulgenti e ad accettare il patto finzionale. Soprattutto perché i personaggi hanno già catturato la nostra attenzione e siamo curiosi di scoprire come se la caveranno. Diventare genitori all’improvviso non deve essere facile, specie se la figlia nuova di zecca è un’adolescente con molta personalità. Vivere questa avventura accanto ad uno sconosciuto in cui non si ripone la minima fiducia potrebbe addirittura rivelarsi terrificante.

A peggiorare le cose c’è la scoperta che Lux, al di là del nome e dell’aspetto angelici, è una ragazzina diffidente, arrabbiata e con una tendenza patologica all’inganno e alla menzogna. Senza dimenticare che si accompagna al prototipo esatto del fidanzato che ogni genitore NON vorrebbe accanto alla propria figlioletta. Eppure, nonostante le premesse disastrose, Cate, Baze e Lux decidono di mettersi alla prova e di crescere, tutti e tutti insieme. Il processo non è né facile né indolore ma regala anche momenti di una gioia che nessuno dei tre aveva mai sperimentato prima.

Apparentemente, quindi, questa serie tv parla di sangue. Non di quello da bere e succhiare che imperversa ultimamente, ma di quello che ci scorre nelle vene e che lega tra loro persone che sembrano diversissime. Ma è questo il messaggio che Liz Tigelaar, la giovane e promettente autrice della serie (allieva, non a caso, di Greg Berlanti)  vuole affidare ai suoi personaggi, che il sangue non è acqua? Un “volemose bene” in cui l’orfanella abbandonata ritrova la sua mamma e il suo papà? Credo che la chiave di lettura di questa bella storia vada, invece,  ricercata proprio nel titolo che, dopo mille cambiamenti, l’autrice e il network hanno concordato. Inizialmente la serie avrebbe dovuto chiamarsi semplicemente Lux, come la piccola protagonista. Aggiungo, a questo proposito, che è divertente, per noi italiani, sentire la bella Brittany Robertson spiegare così spesso ai suoi interlocutori il significato del suo nome. Poco prima del lancio della serie, invece, il titolo è stato cambiato in Life Unexpected in onore del filo conduttore delle vicende narrate che sembra, appunto, l’imprevedibilità della vita e la capacità di accogliere, e ricercare, i cambiamenti. La felicità, quindi, – sembra dirci Tigelaar – va costruita, giorno per giorno e faticosamente, perché né le nostre vite, né le nostre identità e nemmeno le nostre famiglie sono dei binari immutabili. Occorre trovare il coraggio e la fantasia necessari per essere, o diventare, felici.

Il nome scelto dall’autrice per la giovane protagonista ha un palese valore simbolico e la stessa Cate, recuperata quasi per caso la figlia che aveva dato in adozione sedici anni prima, dichiara che, dall’arrivo di di Lux, ogni cosa nella sua vita è “illuminata”. Ma le cose non sono così lineari e Lux, Cate e Baze, in realtà, si illuminano a vicenda. Che nessuno immagini una stucchevole versione moderna di Pollyanna. Life Unexepcted, al contrario, dà il suo meglio nei frequenti momenti in cui emerge il lato comico della narrazione. L’autrice, infatti, riesce ad alternare e stemperare con una certa abilità il sentimentalismo attraverso l’ironia e il ridicolo. Ma cosa c’è di meglio di una storia d’amore contrastata per far affezionare il pubblico ai personaggi? E così, giocando a fingersi una famiglia, Baze scopre che il suo sogno più grande è diventato quello di essere il compagno di Cate in tutto e per tutto, e di poter crescere insieme Lux. Le cose, però, non sono così semplici. Cate, purtroppo o per fortuna, è fidanzata con Ryan (Kerr Smith), suo collega alla radio, e quando Lux piomba nelle loro vite i due erano giusto sul punto di sposarsi. È difficile non fare il tifo per Baze, che, con quella sua aria  arruffata e tenera in un corpo da quarterback fuori forma, calamita irresistibilmente le simpatie del pubblico femminile. Ma l’autrice è stata abbastanza saggia da non rendere l’esito di questa lotta così scontato. Perché anche Ryan è un personaggio positivo e simpatico e, soprattutto, ama Cate (e anche Lux) profondamente.

Chi sceglierà Cate? Per saperlo il pubblico dovrà aspettare la seconda stagione che, dopo trattative un po’ tormentate, è stata confermata per il prossimo autunno. Life Unexpected ha dovuto lottare con le sue ben più corazzate concorrenti del network CW. Certo non aveva alcuna speranza di battere in ascolti The Vampire’s Diary, ma sognava di superare almeno il polpettone adolescenziale One Tree Hill (della cui conseguente cancellazione saremmo stati infinitamente grati).  In realtà gli ascolti non sono stati quelli attesi e l’avventura sembrava essersi già conclusa; ma la direzione del network, per una volta, ha deciso di essere clemente e di concedere, comunque, a questa serie una seconda stagione, in virtù, pare, dell’inusuale qualità del prodotto.

Se per gli scrittori e i gruppi musicali la seconda uscita è da tutti considerata quella decisiva, quella che farà di loro dei protagonisti della scena o delle meteore, lo stesso vale per le serie tv, che raramente superano lo scoglio della seconda stagione. Vedremo come si svilupperà Life Unexpected, se riuscirà a conservare quel mix di leggerezza e profondità che lo rende un prodotto interessante e coinvolgente. Speriamo anche che, nella seconda stagione, Liz Tigelaar, provi ad eliminare l’unico difetto strutturale che non possiamo esimerci dal denunciare in questo pur ottimo prodotto. Come spesso accade nei family drama, infatti, la tensione tra i protagonisti è mantenuta alta attraverso continui conflitti, talvolta un po’ improbabili e tal altra addirittura un po’ irritanti. Lo schema armonia/rottura dell’armonia/ritrovamento dell’armonia rischia, alla lunga, di stancare lo spettatore.

Ma, a parte questi peccati veniali che forse disturbano solo i consumatori patologici di serie, Life Unexpected è, senz’altro, un prodotto che merita attenzione. Scegliete voi a quale personaggio sentirvi più vicini, ma ricordate che la vita cambia, e ci cambia, quando meno ce lo aspettiamo.

LIFE UNEXPECTED
USA 2009-in corso
ideata da: Liz Tigelaar
per il network: CW
con: Brittany Robertson, Shiri Appleby, Kristoffer Polaha, Kerr Smith