Per fare un fiore ci vuole… un libro!

Maria Lai

Conservo nella memoria il rumore di una voce che tuona tra i banchi di scuola, lo sguardo accigliato di chi sostiene le parole che sento. «Ecco, un libro così, al macero deve andare!» Un tono minaccioso che indugia sulle sillabe «ma-ce-ro».

Va bene, il mio vecchio professore di filosofia aveva idee bizzarre e discutibili ma fu il primo a farmi pensare a dove potevano finire i libri. Tutti quelli che (secondo lui) erano «cattivi», inutili, falsi, fuorvianti.
Un’immagine viva nella mia mente anche ora che sul libro si fanno riflessioni diverse e in particolare ci si chiede se saprà sopravvivere alla rivoluzione digitale.

Intanto alcuni editori non soltanto si preparano all’arrivo imminente dell’ebook in Italia, ma si aprono anche alle possibilità di reinterpretazioni dell’oggetto libro.

Per la prima volta infatti anche l’editoria si è fatta coinvolgere dal Salone Internazionale del Mobile che si è tenuto a Milano dal 13 al 19 aprile, contribuendo al ricco programma degli eventi del FuoriSalone grazie all’operazione Re-Book, pensata e realizzata da Minimum Fax.

Un progetto semplice che offre una possibilità di riscatto a tutti quei libri destinati al macero perché fallati, perché fuori produzione, perché copie di titoli di cui sono scaduti i diritti di pubblicazione. In una prospettiva di questo tipo che strizza l’occhio alla creatività, al design, ma soprattutto all’ambiente, la casa editrice romana ha bandito un concorso in collaborazione con Amanei/Salina e il Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile della Sapienza di Roma che premierà i migliori esempi di riciclo di libri da macero e scarti librari.

Il FuoriSalone, accanto a grandi istallazioni a cielo aperto, ha ospitato due eventi che hanno dato il via all’iniziativa:
Il primo è stato il mercatino biologico del libro, un colorato banchetto costruito sul perimetro di un’area di parcheggio in via Vigevano 28, dove è stato possibile acquistare i libri esposti pagandoli a peso o barattarandoli con i propri usati. Mentre lo studio di Dorota Koziara è stato il teatro per tutta la durata della fiera del secondo evento: la mostra dell’artista Alice Visin, curata da Laura Lazzarato dal titolo «Non c’è rosa senza spine».

Un suggestivo open space ospitava diverse volute di reti metalliche, dalle forme armoniose e irregolari, decorate da splendide rose grigie di varie dimensioni. Sotto ciascuna, pile di libri divise per titolo. Avvicinandosi alle opere il legame tra gli elementi risultava evidente all’occhio: il fiore, una spilla di carta stampata, era stato ricavato dalle pagine del libro sopra il quale veniva esposto. Ciascuno impercettibilmente diverso a formare assieme agli altri un roseto particolarmente suggestivo e caldamente simbolico. Rose senza spine, certo, in grado però di pungere la nostra fantasia e di farci pensare agli scarti come a un’eccezionale materia prima con cui realizzare le nostre idee.

Per tutti coloro che leggendo queste parole già si immaginano due, tre, cento vite di un libro ecco il link: bando di concorso

C’è tempo fino al 1 settembre.