Stamattina ho messo le tue scarpe: ho scoperto di avere piedi e mente piatti

In un paese offeso da terremoti geologici, misteri e complotti, continui smottamenti socio-politici, l’assurdo è racconto quotidiano in ogni contesto. La  recessione non solo economica, ma anche culturale, civile, etica, porta con sé un inquietante e contagioso fenomeno: l’azzeramento di faticate conquiste civili. Ultima preoccupante notizia in tal senso riguarda la sorte dei malati psichici: qualche giorno fa in commissione Affari sociali alla Camera l’ex maggioranza (Pdl e Lega) ha approvato una proposta di riforma della legge Basaglia che punta a ripristinare realtà manicomiali e internamenti obbligati proprio quando la seconda grande rivoluzione psichiatrica, quella dei manicomi giudiziari, sembrerebbe in atto. La loro chiusura è fissata al 31 marzo del 2013. Invece di favorire l’attuazione della legge Basaglia nel senso del potenziamento di strutture territoriali su scala nazionale, alcuni dei nostri rappresentanti istituzionali vorrebbero catapultarci indietro nella storia quando malattia mentale significava segregazione a vita, negazione dei diritti civili fondamentali come se chi si fosse ammalato avesse smesso di essere un cittadino. Assume allora ancor più rilievo un’iniziativa che  avremmo segnalato comunque, al di là di fatti destabilizzanti della cronaca politica. Stamattina ho messo le tue scarpe è infatti un progetto illuminato che vuole favorire l’incontro tra  cittadini che vivono in comunità terapeutiche e noi, i restanti altri.

È promosso dall’associazione Alpha e dal Dipartimento di salute mentale di Urbino: propone un’esperienza da vivere in prima persona, per entrare in contatto con il disagio psichico. Un percorso dentro e fuori la città di Urbino della durata di un giorno (sarà possibile compierlo a scelta il 16 o il 17 giugno), a contatto con chi, quotidianamente, vive la malattia mentale. Ma è anche un racconto per immagini: quelle del video-documentario Sigarette e Sigarette, (girato all’interno del centro residenziale e diurno Varea Dini) che sarà proiettato in sette punti diversi della città,  e quello della storia illustrata di Yuri, che viene pubblicata a puntate sul sito web: www.homessoletuescarpe.it/projects/le-mie-scarpe. Chi vuole fare questa esperienza, (gratuita) può iscriversi entro il 4 giugno (per informazioni, contatti e prenotazioni: 349/4046683,  oppure via mail: info@homessoletue scarpe.it). Abbiamo interpellato Elena Mattioli e Flavio Perazzini, ideatori del progetto per saperne di più.

Da cosa nasce questa iniziativa? Come è sorta l’idea? E che urgenza svela?

L’iniziativa nasce da una richiesta molto semplice: mostrare a più persone possibile una realtà che esiste ma è defilata. Possibilmente, a persone che della malattia mentale sanno poco o niente. Noi avevamo uno strumento preciso per farlo, il documentario che abbiamo girato all’interno della SRR Varea Dini. Per raccontare però la realtà della malattia mentale a persone che non ne conoscono il contesto, un documentario e una conferenza lasciano poco, perché sono confronti sulla base di parole e non hanno una contropartita vera, tangibile, e partono poi dal presupposto che tutti sappiano qualcosa. D’altronde la malattia mentale non la si avvicina facilmente. Allora abbiamo pensato di creare un evento che fosse più coinvolgente, e che potesse dare una forma ai luoghi e alle persone, prima di parlarne insieme. Perché della malattia mentale si parlerà ma solo alla fine del percorso, per confrontarsi, tutti, su ciò che si è visto e percepito; e speriamo che nel corso della giornata nascano molte domande, magari semplici e naturali, così da riuscire a raccontare una quotidianità che esiste ed è complicata, ma che non può però permettersi di essere aggravata dall’ignoranza e dal timore.

Visto da vicino nessuno è normale sosteneva Basaglia, eppure ancora tanti steccati separano i ‘normali’ da quelli che un tempo erano definiti ‘gli alienati’. Come fare in modo che queste iniziative non restino casi più unici che rari?
Ieri camminavamo per le strade di Urbino per controllare i punti proiezione. Abbiamo chiesto informazioni a un ragazzo che fumava una sigaretta sull’uscio di casa. Ci ha risposto che aveva sentito parlare di Stamattina ho messo le tue scarpe e che lui soffriva di un disagio, profondo: “Non ci credo che qualcuno vorrà mai indossare le mie scarpe, io le darei volentieri, ma a nessuno può interessare, a nessuno”. Noi non avevamo parole per rispondere. Quello che vorremmo accadesse con Stamattina ho messo le tue scarpe è proprio che qualcuno le sue scarpe le indossasse, almeno per un giorno. Quella sarebbe una piccola risposta. I manicomi in passato sono serviti per delimitare le persone malate, e anche se sono stati aboliti la stessa sorte non è toccata alla malattia mentale. Gli steccati ci sono, eccome, e a volte servono anche per proteggere le persone, e non i “normali”. Le iniziative per ora servono a questo, per portare a poco a poco le notizie ad entrambe le parti, per abituarsi alla mutua convivenza. Perché, come ha scritto il direttore del dipartimento di salute mentale di Urbino, Leonardo Badioli, nella presentazione di Stamattina ho messo le tue scarpe  “conoscere sta alla base del comprendere e comprendere porta inevitabilmente a condividere. E condividere e curare hanno la stessa valenza.”

Come si svolgerà l’iniziativa? Perché proprio a Urbino, città esemplare per servizi e qualità della vita?

Urbino perché il documentario Sigarette e Sigarette è stato girato nella SRR Varea Dini di Gadana di Urbino. Gli utenti della struttura sono tutti della provincia di Urbino. La cooperativa sociale Alpha lavora nella provincia di Pesaro e Urbino. Urbino forse non è mai stata in questione, ci è sembrato da subito lo spazio naturale per Stamattina ho messo le tue scarpe. Comincerà il 16 giugno e si ripeterà anche il 17; è un percorso diviso in tre momenti, dove l’ultimo è un confronto collettivo di restituzione sulla giornata trascorsa. I gruppi saranno composti di 6 persone circa, e ogni gruppo comincerà con un viaggio verso la struttura di Varea.  Singolarmente, i partecipanti entreranno a Varea e potranno muoversi liberamente per un tempo limitato, esplorando lo spazio e gli oggetti e l’edificio. Poi, il gruppo sarà riaccompagnato nel centro di Urbino, dal quale comincerà il cammino del secondo momento del percorso, che prevede la scoperta – accompagnati! – di una serie di estratti video proiettati in punti defilati nelle vie secondario del centro città. A chiudere il tutto, la restituzione, ovvero l’incontro collettivo di confronto e dibattito e discussione su quanto vissuto durante le prime due fasi. Chi comincerà la mattina avrà più tempo a disposizione prima della restituzione, e per questo libri e fumetti per approfondire la tematica in libera consultazione nel parco cittadino così come ingressi gratuiti ai musei urbinati.

Non c’è il rischio che si scambi un’iniziativa ad alto impatto emotivo volta a educare le coscienze e superare preconcetti  per una gita, o un nuova modalità di turismo  ‘sui generis’?

Sì, questo rischio c’è ed è un aspetto di questo evento che ci ha fatto riflettere molto sul come presentarlo e comunicarlo. Siamo però convinti che le scelte che abbiamo fatto siano funzionali all’obbiettivo che ci siamo posti, cioè far scoprire con onestà la realtà della malattia mentale a chi partecipa. Per questo motivo rispondere alla domanda chi sono gli ospiti di Varea è difficile: ci occupiamo della percezione della malattia e della sua accezione culturale, ma non possiamo e non vogliamo parlare di diagnosi o riportare sintomi perché non è un campo di nostra competenza. Però li conosciamo, gli ospiti di Varea, e vivono in un ambiente che vuole offrire loro quante più possibilità ci sono, sia per cercare di avere una vita autonoma sia per non rimanere schiacciati dalla loro malattia.

Siete in contatto con altri centri diurni per estendere l’iniziativa altrove? Magari in realtà più problematiche?

Non ancora, perché Stamattina ho messo le tue scarpe è partito da un input legato al documentario. Ma è una cosa che ci piacerebbe fare in futuro, modulando questa modalità partecipativa su altre realtà interessanti.

Ci sarà anche Marco Cavallo ad accompagnare chi aderisce all’iniziativa?

No, purtroppo Marco Cavallo non accompagnerà i partecipanti di Stamattina ho messo le tue scarpe. Dell’esistenza di questa statua ormai quarantenne abbiamo scoperto da poco, in realtà, e ci siamo stupiti di non averne ancora sentito parlare; la sua storia ci ha affascinato molto, anche se siamo rimasti un po’ perplessi, come ci succede spesso, quando percepiamo l’eterno ritorno di simboli di lotta che vanno bene sia per descrivere una situazione passata che una presente. Di primo acchito, pensiamo che se ancora ce ne è il bisogno, allora non è cambiato nulla dal momento del primo utilizzo. E allora non vorremmo che Marco Cavallo da simbolo di liberazione diventasse un simbolo di immobilismo. Qua non c’è bisogno di liberare i matti, ma di creare conoscenza e condivisione. Comunque, sarebbe stata dura, sui saliscendi urbinati.

Come e quando è stato girato il documentario? Che realtà racconta? Dove si può vedere?

Il documentario, che si chiama Sigarette e Sigarette, è stato girato nel 2009 nella struttura residenziale e riabilitativa psichiatrica Varea Dini, a Gadana di Urbino (PU). Racconta le storie di chi vive la malattia mentale, ma non è stato concepito per dare un punto di vista informativo sul disagio psichico, piuttosto si concentra sul racconto di sé e delle proprie esperienze. Sigarette e Sigarette ha diversi set al suo interno, raccordati da una partita a scacchi che detta il ritmo dei racconti; la scelta del come girarlo è stata dettata dalla volontà di non rubare nulla, perciò tre camere fisse e niente camera a mano, e dal bisogno di rendere il documentario un’attività nella quale eravamo coinvolti noi, così come i ragazzi. I set erano allestiti e lasciati aperti per giorni e giorni, chi voleva entrarci, sedersi e raccontare, poteva farlo liberamente. In fase di montaggio poi, le storie sono state rispettate non tagliando i discorsi ma lasciandoli integrali. Sigarette e Sigarette è un’autoproduzione, e tuttora stiamo cercando una distribuzione.

Stamattina ho messo le tue scarpe
Un percorso induttivo sulla malattia mentale
16-17 giugno 2012
Urbino (PU), diversi luoghi