Wanderful Asia #10 – C’era una volta in India

Deve esserci un’altra India nascosta da qualche parte, tra le montagne e il mare, tra i campi e le colline. Sono sicuro che ci sia, come sono sicuro che ci siano le tigri e i ghepardi sulla Terra. Ne leggi e ne vedi le foto, qualche volta. A volte poi ti rechi nei luoghi in cui sono state scattate e anche se in cuor tuo speri di poter scattare tu stesso foto del genere, sai che sarà difficile e che incontri del genere sono rari e magici.

Ma per fortuna gli indiani sono ben lungi dall’essere una specie a rischio di estinzione e abbiamo pensato che non ci sarebbe voluto troppo per abituarci a questo complesso e sovraffollato paese. Beh, non è andata così e l’impressione che ci è rimasta è che qualcosa stia scomparendo. È difficile spiegare cosa. Si tratta più che altro di una differenza.

La differenza tra la calda umanità delle storie di Dalrymple e la grigia indifferenza di molti che incontri. La differenza tra l’ospitalità spontanea dei più poveri e lo sfruttamento aggressivo di tutto da parte di una classe media rampante. La differenza tra un sogno di non-violenza e l’eredità di una competitività brutale.

L’India, almeno quella di cui si parla nelle notizie – la tigre asiatica, il paese in espansione, l’economia in costante crescita – è più che altro un paese con una fortissima competizione e l’impressione è che ben poco del fiume di denaro che vi scorre venga utlizzato per livellare i suoi molti contrasti. Forse non c’è piaciuta l’India per via di ciò che rappresenta, di come lo rappresenta brutalmente alla luce del sole, senza alcun velo di ipocrisia che ne sfumi i taglienti contorni.

Non c’è posto migliore per osservare i fallimenti del nostro modello di sviluppo di un enorme paese in via di sviluppo: l’India si è arresa senza combattere allo stesso modello che noi, che l’abbiamo inventato, mettiamo sempre più spesso in discussione. Forse le nostre aspettative erano troppo alte, forse abbiamo letto troppo. O forse Arundhati Roy ha ragione e l’India non è stata capace di mantenere le promesse che ha fatto a se stessa e al mondo.

Normalmente entriamo in un paese senza pregiudizi, ci facciamo un’idea nostra e spesso finiamo per avere opinioni diverse su cosa abbiamo visto. Stavolta però, non c’è stata discussione. L’India ci ha deluso.

[Il blog di Mario e Thomas]

 


di William Dalrymple vi consigliamo tre titoli (tutti editi da Rizzoli e tutti caratterizzati dalla stessa semplicità di lettura sebbene assolutamente eruditi e complessi). L’assedio di Delhi, In IndiaNella terra dei Moghul bianchi.

1350_in_india_dalrymple/7106_nella_terra_dei_moghul_bianchi_dalrymple/L' Assedio di Delhi

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