We Will Rock You: ovvero come portare a teatro tutti quelli che odiano i musical

il manifesto dei We Will Rock YouLa mancanza di sceneggiatura e l’assoluta prevedibilità della trama non diminuiscono affatto il potere magnetico di questo spettacolo. È tutto qui il successo dei  jukebox musical: il legame con le canzoni è così forte che si è indulgenti con le imperfezioni, la retorica, la voce degli attori non sempre all’altezza (soprattutto quando il termine di paragone ha nome Freddy Mercury).

Tutto si svolge in un futuro ovattato, dove il computer (in senso lato) è divenuto una sorta di coscienza collettiva, di grande fratello orwelliano, che ha resettato la facoltà di pensiero. Ma l’ingranaggio è tutt’altro che perfetto. Perché naturalmente c’è chi è immune al “pensierounico” e ai suoi poco ortodossi difensori: Killer Queen e i membri della Globalsoft.

foto di scena, fonte http://www.wewillrockyou-themusical.it/

La citazione non sempre pertinente, ma a suo modo appropriata, è dietro l’angolo: da Star Wars a Space Invaders, fino ai riferimenti al sottobosco ribelle, chiassoso ed eroico, che strizza l’occhio al Terry Gilliam di Brazil.  Lontana però dalle atmosfere cupe da post fallout, la scenografia è  quella patinata dei Gagà, tutta colori e lustrini, come diversamente non ci si potrebbe aspettare. I ribelli, i Bohemians, acconciati in perfetto stile punk-rock (anfibi, calze a rete strappate, borchie e capelli spettinati), cercano la Musica, quella live, fatta con gli strumenti musicali. Che leggenda narra essere nascosti in attesa dell’eletto: Galileo Figaro che sogna parole incomprensibili, ma così potenti da risvegliare gli animi e liberare gli strumenti dal loro letargo.
Il coinvolgimento del pubblico è assolutamente imprescindibile: fa parte dello spettacolo. Tutti cantano, battono le mani e i piedi al ritmo delle note. Bravissimi i musicisti che suonano sul serio dal vivo e fanno capolino verso la fine. Belli i costumi e le luci e i colori.

Tommy - il musical

Ottima l’acustica del teatro Brancaccio. Bravi anche gli attori che riescono a cantare, recitare, urlare senza perdere la voce e senza paura del confronto.
Tre ore ben spese, che scorrono velocissime.

E adesso che è stato dimostrato che i consumatori di rock&roll non sono più una nicchia (ma in fondo lo sono mai stati?) e che i musical possono piacere a tutti, aspettiamo con ansia le date italiane di Tommy.

Roma, Teatro Brancaccio fino al 14 Marzo 2010