500 Vite. Un anno di eventi per Giorgio Vasari

Vasari - Vite

Manca poco meno di un mese alla scadenza esatta del quinto centenario vasariano e già in Toscana si fa fatica a contare le innumerevoli manifestazioni incentrate sul poliedrico personaggio rinascimentale. Giorgio Vasari, nato ad Arezzo il 30 luglio 1511, è conosciuto ai più per aver pubblicato nel 1550, e poi nel 1568 in versione rieditata e ampliata, il trattato sulle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, vera e propria pietra miliare della storiografia italiana che, ancora oggi, risulta un punto di partenza imprescindibile per lo studio dei centosessanta artisti in essa descritti.

Non tutti sanno, però, che il Vasari era lui stesso un pittore, uno scultore e uno dei più importanti “architettori” della corte di Cosimo I de’ Medici, tanto che fu proprio l’aretino a realizzare il progetto di un’altra opera fondamentale per la storia dell’arte italiana, anch’essa, come le Vite, intesa, in un secondo momento, a raccogliere in un solo luogo molti dei suoi più illustri predecessori: gli Uffizi di Firenze.

Gli UffiziLa mostra Vasari, gli Uffizi e il Duca si pone l’obiettivo di ripercorrere proprio il rapporto tra Cosimo I e il Vasari e come questo sia sfociato nella realizzazione architettonica dell’idea di accentramento politico della corte medicea. L’edificio infatti è un vero e proprio frammento di città, che salda in un unico organismo le due residenze ducali di Palazzo Vecchio, sede del governo, e di Palazzo Pitti, al di là dell’Arno, imprimendo su Firenze la presenza fisica del Potere, sotto forma di architettura e custodendo, prima di trasformarsi in uno dei più importanti e famosi musei del mondo, l’intero apparato governativo del Granducato di Toscana. Attraverso un’ampia serie di testimonianze e carteggi d’epoca, la mostra – alla Galleria degli Uffizi fino al 30 ottobre 2011 – ripercorre la realizzazione del più imponente cantiere architettonico del Cinquecento italiano e il modo in cui esso ha radicalmente cambiato l’assetto urbano della città.

Il Vasari pittore, invece, è celebrato nella nativa Arezzo con ben due mostre. La prima, Giorgio Vasari, pittore e disegnatore, raccoglie una serie di opere estrapolate dalle collezioni di alcuni dei più importanti musei europei, tra i quali il Louvre e il British Museum, e l’altra, dall’infelice titolo Vasari: santo è bello, ma dal ricco allestimento, presenta, accanto ad alcuni dei più importanti dipinti dal tema religioso dell’artista toscano, tra cui il Cristo nell’orto, anche delle opere scelte dalla collezione del museo diocesano di Arezzo, utili a contestualizzare la produzione pittorica vasariana, che lo stesso aretino considerava la principale delle sue numerose attività, nonostante il suo stile, spesso confuso e oscillante tra richiami michelangioleschi e raffaelleschi, non riuscisse a sollevarsi molto al di sopra di un’oratoria magniloquente.

Giorgio Vasari - AutoritrattoIntanto, il nostro, nonostante i cinquecento anni, è capace di risultare ancora enormemente attuale e al passo con i tempi. Nella primavera scorsa, infatti, gli studenti dell’Istituto “Giorgio Vasari” di Figline Valdarno hanno creato un blog dedicato proprio all’illustre personaggio che da il nome alla loro scuola, mentre la Regione Toscana sta progettando una banca dati che raccolga le voluminose Vite. La stessa imponente opera storiografica, sin dal 3 marzo scorso, da Firenze a Pisa e, ovviamente ad Arezzo, è il centro di una serie di letture pubbliche che si protrarranno per l’intero anno e che daranno vita alle centosessanta storie che il Vasari aveva ideato sul modello classico di Plutarco, scrivendo con efficacia letteraria, sceneggiando i fatti che era andato raccogliendo nei suoi viaggi di ricerca, interpretandoli e attraendo il lettore con aneddoti curiosi e a volte divertenti, seguendo l’antico principio dell’Ars poëtica oraziana di insegnare dilettando, conscio del fatto che «ottiene ogni voto colui che mescola l’utile al piacevole, dilettando il lettore e al tempo stesso ammaestrandolo».

Forse, il cinqucentenario Vasari non sarà stato un pittore abile quanto lui stesso credeva di essere, ma, senza alcun dubbio è stato un notevole “architettore” e un abilissimo scrittore e sono state proprio queste due ultime attività, da lui ritenute secondarie, a consegnarlo alla storia e a far sì che la Toscana e l’Italia intera si ricordino ancora di lui e che il suo anniversario non risulti “di troppo” in un anno decisamente colmo di importanti ricorrenze.