Parole del gusto, linguaggi del cibo

Misticanza di varianti lessicali, espressioni, lessemi e voci direttamente dall’orto di Gian Luigi Beccaria. Parole del gusto, linguaggi del cibo serviti su lussuose e ampollose tavole quattrocentesche imbandite di “pavoni vestiti che paiono vivi”, o allestiti scenograficamente alla maniera delle fantasie novecentesche della cucina futurista.

Il cibo è nomenclatura, varianti, ricchezze verbali. È una ghiottoneria «mentale, estetica, simbolica», associata a immagini e a nomi, come sottolineava Calvino in Palomar. Gian Luigi Beccaria è uno storico della lingua non certo un gastronomo, ma informa con accuratezza e ricchissimo rimando alle fonti il che contribuisce a incuriosire e visualizzare la miriade di informazioni associate al cibo.  Cibo che si rivela centrale anche nell’arte pittorica e non solo letteraria. Ritratto con colori vivi e intensi ha imperato sulle tele e non solo sulle tavole specie nel XVII e XVIII, secoli in cui le nature morte (ma vista la freschezza immortale dei cibi ritratti sulle tele l’inglese still life s’adatta meglio) con soggetto culinario andavano per la maggiore ritraendo le tavole dei ricchi così come quelle dei poveri ma sempre tramandandoci la lucentezza degli acini d’uva, il velluto della pesca, il rosso vivido dei tranci di carne.

Dalla lingua all’immaginario e al simbolico il passo è estremamente breve e Beccaria dedica numerose pagine a raccontare come il cibo divenga laccio e mezzo per persone diverse di ritrovarsi (nell’atto pratico di sedersi attorno a un tavolo), di socializzare. Così il convito rappresenta (nella stragrande maggioranza dei casi) ciò che etimologicamente significa: vivere assieme, condividere il cibo. “Non ci si invita per mangiare e bere ma per mangiare e bere insieme”.

Il cibo è nomenclatura, simbolo ed è anche identità; per mezzo di esso (e dell’uso che se ne fa in cucina) si entra a far parte di una categoria piuttosto che un’altra. Un alimento che coniuga tutte e tre queste cose assieme è il pane, al quale molto spazio di questo testo è dedicato.

“Misticanze” è un volume circostanziato, ricco e piacevole, adatto sia a chi sia interessato alla lingua che a coloro che desiderano intrattenersi con una lettura piacevole. In esso non ci sono ricette né metodi di cottura ma è di certo una di quelle letture capaci di rendere più gustoso qualsiasi piatto.

Titolo: Misticanze. Parole del gusto, linguaggi del cibo
Autore: Gian Luigi Beccaria
Editore: Garzanti
Dati: 2009, 233 pp., 15,00 €

Acquistalo su Webster.it

One thought on “Parole del gusto, linguaggi del cibo

I Commenti sono chiusi.