On the dark corners – l’America dei Twilight Singers

Sono due le cose che mi hanno sempre affascinato dei Twilight Singers. In primis il nome, i cantori del crepuscolo (o crepuscolari, qui si potrebbe scatenare una bagarre), evocativo e allo stesso tempo con dentro racchiuso tutto un mondo di significati legati all’immaginario del perdente e dell’emarginato, so 90’s and so grunge. E poi che dietro il nome si nascondesse la figura maledetta e imperiosa di Greg Dulli, un rocker duro e puro, uno dei pochi rimasti a non sporcarsi le mani col mercato e a continuare a fare ciò che gli riesce meglio ossia cantare inni disperati a questo secolo maledetto.

E la band di Dulli ritorna sulle scene dopo ben cinque anni dall’ultima fatica (Powder Burns, 2006) con un disco potente e oscuro degno successore in linea immaginaria del loro capolavoro, Blackberry Belle uscito nel 2003. Dynamite Steps, questo il nome dell’album, segna oltre che la ripresa delle attività dopo la parentesi Gutter Twins insieme al “fratello” Mark Lanegan (presente ovviamente anche in questo disco con la partecipazione nella bella Be Invited), anche il gradito ritorno a “casa” di Dulli, che, dopo un tot di album pubblicati con One Little Indian si riaffaccia a Seattle, c/o Sub Pop.

E il disco, come già anticipato, non tradisce le aspettative. I temi sono quelli, basta dare una scorsa ai titoli delle canzoni per capirlo: Last Night in town, On the Corner, Gunshots, She was stolen, Blackbird and the fox, Never seen no devil, The beginning of the end e, appunto, Dynamite Steps. Il mondo di Dulli è tormentato e pieno di demoni e lui non esita a volercelo raccontare attraverso liriche crude ed esplicite. La bellezza è negli angoli scuri, sembra volerci comunicare. Ma questo racconto non si esaurisce con le parole, semmai da esse viene completato. È la musica e il suo modo di cantare che creano le coordinate dell’universo di senso in cui il cantautore di Hamilton si muove. Chitarre distorte e claustrofobiche accompagnate da delicati accordi di piano, voce stridula e angosciata che poi esplode nelle accordature aperte del ritornello liberando potenza e intensità. È rock quello di cui stiamo parlando, nero, cupo e senza speranze. Come le luci della metropoli nella notte mentre la attraversi in una folle corsa in macchina con i sensi obnubilati dall’alcol e dalla nicotina. Sono canzoni che ti parlano dell’angolo oscuro dell’America, ben lontano dalla spensierata allegria del pop o dalle angosce private delle camerette. Non vi è nulla di consolatorio nella musica dei Twilight Singers e questo lo mettono nero su bianco da subito. Last Night in town, la canzone di apertura, è l’antipasto che la band ci serve per farci ambientare, per accompagnarci nel loro immaginario. Waves invece colpisce dritta allo stomaco per i suoi intrecci di chitarra e il suono poderoso. E poi c’è la delicatezza di Get Lucky subito seguita da On the Corner e Gunshots due degli episodi più convincenti del disco, la prima con la sua disperazione e la seconda con il suo crescendo avvolgente. Ma ancora il bel duetto con Ani Di Franco in Blackbird and the Fox, la confessione urlata di Never seen no devil e le tinte black di The Beginning of the End ad arricchire un già ricco pacchetto di suoni che si chiude con la title track, Dynamite steps, la traccia più lunga dell’intera collezione, un congedo soffice e allo stesso tempo incisivo esattamente come le due metà dell’America che il cantore del crepuscolo ci vuole raccontare.

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The Twilight Singers – Gunshots by 2046songs

Un disco dunque di pregevole fattura che ben sintetizza quello che Dulli, personaggio a mio avviso forse troppo sottovalutato, ha rappresentato e forse rappresenta ancora. Un uomo corroso da mille contraddizioni, alcolista, fumatore e attaccabrighe incallito (ha formato, per dire, gli Afghan Whigs in carcere dopo aver scatenato una rissa  – e tutto questo a 21 anni) ma allo stesso tempo capace di sprigionare una forza carica di poesia assolutamente non comune. Un uomo che se non avesse avuto una chitarra in mano e quella voce così sgraziata e piena forse sarebbe finito accasciato lungo i bordi ma che invece, per fortuna nostra, è ancora lì sul palco a gridarci il lato oscuro dell’esistenza.

I Twilight Singers saranno in Italia ad Aprile, ecco le date:

Domenica 3 – Locomotiv Club – Bologna
Martedì 5 – Circolo degli Artisti – Roma
Mercoledì 6 – Circolo Magnolia – Segrate (MI)

3 thoughts on “On the dark corners – l’America dei Twilight Singers

  • Novembre 22, 2011 alle 12:45 pm
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    molto bella la canzone, assomiglia molto a un brano dei primissimi anni 90 “Dead Man’s bones” dei BLOODNOISE (Flame of Vision) youtube.com/watch?v=uN-U6rZWWD­0 . anche il video mi ricorda le atmosfere darknoise di quella band !

  • Dicembre 30, 2011 alle 11:15 am
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    in effetti …. velocizzandola

  • Febbraio 2, 2012 alle 10:59 am
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    chi sono? ho trovato poche notizie in rete

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