Un quadernetto del XVIII secolo

Suor Juana Inés de la Cruz, mistica e letterata della Spagna coloniale del XVII secolo, aveva un’abilità straordinaria che le viene riconosciuta non solo dagli studiosi di letteratura ispanoamericana, ma da tutti quanti abbiano avuto l’occasione di scorrere con lo sguardo una delle sue liriche: lavorava il linguaggio, lavorava con cura le parole.

La stessa attitudine si rispecchia in un altro ambito, che curiosamente scopro in un volumetto edito da Sellerio a cura di Angelo Morino: Il libro di cucina di Juana Inés de la Cruz.

Sull’autenticità di questo libro de cocina, o meglio sulla veridicità dell’attribuzione di quest’ultimo proprio a Suor Juana Inés è in piedi un dibattito, sebbene nell’introduzione a questo testo apparso per la prima volta solo nel 1979 ci si dia molto da fare nel sottolinearne l’originale maternità. In ogni caso, le ricette, smaltate e dorate, i cibi, doni preziosi e aggraziati, sono in linea non tanto con la poetica quanto piuttosto con l’indole di suor Juana Inès da dissipare qualche dubbio. Sembra una via binaria che Suor Juana Inès ha la capacità di far convergere in un unico ramo giacché molto arduo è l’incontro tra un contesto e l’altro: tra la cucina e la biblioteca, come giustamente sottolinea il curatore che afferma saldamente la soggezione della cucina alla biblioteca, intesa, la prima, solo come mezzo per “addolcire” e comunicare con più semplicità l’interesse primo e alto di Suor Juana per le Lettere.

La cucina, luogo dedicato alle donne in cui esse sono destinate a trascorrere buona parte della giornata distaccate e distanti dal resto dei luoghi deputati alla conversazione o alla meditazione, relegate alla funzione “nutritiva” e di cura che loro si confaceva nel XVII secolo e la biblioteca, luogo destinato alle conversazioni alte, allo studio, luogo, per eccellenza, degli uomini eppure così familiare alla Suora poetessa che ne aveva fatto il proprio ambiente cui attingere a piene mani nutrimento.

Le ricette qui tradotte dal curatore sottolineano la tendenza e la scelta di Suor Juana Inés a fare della cucina un mezzo, piuttosto che un modo, da sfruttare in funzione delle apparenze, in funzione del suo tempo, in funzione del dare continuità e giustificazione alla propria arte, alla propria poesia e tenerla al riparo da censure e occhi giudicanti.

E infatti le ricette hanno tutto l’aspetto del quaderno di cucina che si redige nel tempo come riferimento per la propria tradizione culinaria: ingredienti elencati senza molta passione, procedure sfiorate e lasciate all’immaginazione o all’esperienza. Da queste ricette traspare da un lato il desiderio di rientrare in una normalità cui Suor Juana Inès non era assolutamente a proprio agio e da un altro l’intelligenza di chi comprenda il valore di simulare familiarità con essa. Del resto rispecchia anche la realtà del convento (convento di clausura) che, specie nei dolci, trovava il proprio mezzo di comunicazione e scambio con la realtà esterna o mondana. Morino, noto ispanista, ha redatto una vera e propria indagine nell’indole di Juana Inés de la Cruz, ed è riuscito a farlo per mezzo di questo libricino di ricette aggiungendo un’altra tessera di mistero e fascino alla figura di Suor Juana Inés de la Cruz.

Titolo: Il libro di cucina di Juana Inés de la Cruz
Autore: Angelo Morino
Editore: Sellerio
Dati: 1999, 164 pp., 8.00 €

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